In questo anno 2016 – che il ministro della cultura Dario Franceschini ha voluto battezzare come anno dei cammini – mi piace proporre un itinerario uno che sarebbe stato bello attivare l’anno scorso, in occasione dei 900 anni della morte della GranContessa Matilde di Canossa, considerata la donna più potente del Medioevo, per 40 anni onnipotente signora di un territorio che andava dal Lazio al Lago di Garda.
Un itinerario di poco superiore ai 200 chilometri, al momento senza alcun cartello, ma facilissimo da seguire in auto, in bicicletta oppure a piedi. Che ha come punto di partenza proprio i resti della Rocca di Canossa, nell’Appennino di Reggio Emilia, teatro della famosa umiliazione dell’Imperatore Enrico IV davanti a Papa Gregorio VII (anno di grazia 1077) e si chiude a Casciana Terme – il più tipico ed autentico dei villaggi termali della Toscana – dove leggenda troppo bella per essere vera vuole che sia stata proprio la Contessa a scoprire i portentosi benefici delle acque termali, grazie ad un merlo – anziano e malato – che di giorno in giorno recuperava forze e salute. Incuriosita, Matilde lo seguì e vide che si immergeva in misteriose “acque fumanti”, che anche lei volle immediatamente provare, con immediato beneficio anche per la propria salute.
Si parte quindi da Canossa per arrivare a San Pellegrino in Alpe, piccolo paese in posizione dominante ad oltre 1500 metri al confine fra Reggio Emilia, Modena e Lucca, che fin dal Medioevo aveva un hospitale per i pellegrini che percorrevano questa strada, che era una delle tante “Francigene estive” verso Roma, ed oggi ha un celebre, venerato santuario che ospita le spoglie di San Pellegrino e San Bianco.
Si prosegue attraversando tutta, ma proprio tutta la Garfagnana, terra di farro e di castagne, per arrivare ad un’altra località termale cara a Matilde di Canossa: Bagni di Lucca. Quasi otto secoli prima che Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone e Principessa di Lucca e Piombino, la disegnasse nella forma di città-giardino che conserva ancora oggi, fu proprio Matilde a far costruire il famoso ed audace Ponte del Diavolo sul fiume Serchio, proprio per consentire ai viandanti di raggiungere le sorgenti, dove trovavano un pasto ed un bagno termale a spese della GranContessa.
Si scende fino a Lucca e da lì si imbocca la Via Francigena attuale che porta prima ad Altopascio, città del pane e dell’accoglienza, poi a Galleno – dove è conservato un tratto dell’antico selciato – ed infine a San Miniato, dove tartufo bianco tutto l’anno, Rocca Federiciana e Palazzo del Seminario giustificano una sosta non distratta.
Da lì, si esce dalla Via Francigena, per attraversare un lembo poco conosciuto della provincia di Pisa (eventuale deviazione, molto consigliata al Museo Piaggio di Pontedera, sono i 70 anni della Vespa) e si arriva appunto a Casciana Terme.
Vi assicuro che, dopo tante bellezze e tante emozioni, diventerete anche voi devoti ammiratori di Matilde.
Roberto Guiggiani