Se esiste una possibilità – non sarà affatto facile – che le forze di opposizione al centrosinistra possano vincere le elezioni comunali del 2018, il merito è della marcia “Liberiamo Siena” del 7 novembre 2014.
Davvero formidabile quell’anno, per la politica senese. E davvero formidabile quella foto che vedeva tenere in mano lo stesso striscione Eugenio Neri e Giuseppe Giordano, Michele Pinassi e Marco Falorni, Pietro Staderini ed Ernesto Campanini, Enrico Tucci e Andrea Corsi. Politici di formazione ed opinioni molto diverse, e molto spesso – come era accaduto anche alle elezioni del 2013 – più impegnati a combattersi fra di loro che non la maggioranza. Decenni di facili e scontate vittorie del centrosinistra, senza mai una reale speranza di ribaltare il risultato delle urne, avevano infatti contribuito a scavare divisioni profonde fra le forze di opposizione, tanto da non prefigurare mai una vera alternativa di governo.
Quella marcia dimostrava invece che le cose erano cambiate. Essere arrivati a 930 voti dalla vittoria nel ballottaggio Valentini-Neri diceva che un altro mondo era possibile. Il commento più incisivo sulla marcia Liberiamo Siena lo fece – con la consueta lucidità e capacità di analisi – Daniele Magrini: “gli organizzatori della marcia di protesta, i consiglieri comunali di opposizione, hanno dimostrato che pur rimanendo ognuno nel proprio progetto politico originario, spezzettati in tanti gruppi in cui si fa fatica talvolta anche a districarsi, sono capaci di coagulare la protesta. Perché 500 in corteo a Siena, sono equiparabili a 5000 in una città “normale”, svincolata dal sistema di clientelismo del recente passato. La domanda che prima o poi dovranno cominciare a porsi è: dopo la protesta, la proposta politica e di contenuti, che sia capace di trasformare l’opposizione in una possibile alternativa di governo percepibile come tale dalla maggioranza dei senesi, può essere ancora rappresentata da uno “spezzatino” di liste civiche, tutte provenienti da una sconfitta elettorale?”
Ebbene, ad un anno dalle nuove elezioni comunali si stanno aggregando con chiarezza tre progetti politici di opposizione, che sembrano capaci di misurarsi con il governo della città: quello del Movimento 5 Stelle e di Pietraserena, che ormai marciano di pari passo e che sono le forze sicuramente più attive in città, con incontri e appuntamenti in piazza; quello di centrodestra che ha in Lorenzo Rosso il punto di riferimento, e che deve però riuscire a recuperare i voti della Lega, lacerata e quasi azzerata nel suo gruppo dirigente, e superare le distanze con Forza Italia; e il “progetto” di Eugenio Neri, Giuseppe Giordano, Laura Vigni ed Ernesto Campanini, che sembra configurarsi come la prima lista civica con un’ossatura politica forte e non velleitaria e quindi capace di parlare ad uno schieramento molto ampio di cittadini.
Anziché rinfacciarsi reciprocamente di essere opposizione vera o falsa, più o meno aggrovvigliata di nascosto con il partito ed il sistema dominante, le forze di opposizione stanno costruendo alternative di governo.
Roberto Guiggiani
(7 – continua)
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