“Amor vincit omnia”, quando l’amore combatte il virus. E vince. Nel tumulto di questa emergenza sanitaria che ci sta piegando da ormai 41 giorni, l’aspetto più doloroso è sicuramente il dover stare lontani da chi si ama. Famiglie divise, amici lontani, abbracci che mancano e, in qualche caso, la paura di non rivedersi. In mezzo a questo turbine di paura e preoccupazioni portate dal Covid-19, però, ci sono anche storie belle. Storie fatte d’amore, di coraggio e speranza che si concludono con un bel lieto fine. Questa è la storia di Lirio e Ivana Cozzi, 74 e 73 anni, di origine amiatina ma a siena da 55 anni, che oggi ne festeggiano 54 di matrimonio… e non solo. A raccontare questa lunga avventura, sono le parole stracolme di amore della loro nipote, Sara Pianigiani, che ci regala la speranza che si più trovare in uno splendido lieto fine.
“Oggi voglio raccontare una storia, che ha, in un certo senso, un lieto fine.
I miei nonni sono risultati positivi al SARS-CoV-2 a metà marzo. Nonno è stato ricoverato il 16 marzo perché aveva sintomi lievi, mentre nonna è rimasta in isolamento a casa, in quanto asintomatica. Noi, figli, nipoti, parenti, che eravamo entrati in contatto con loro prima della diagnosi, siamo stati messi in quarantena obbligatoria per due settimane.
Nonno è rimasto solo, nella sua camera di ospedale. E nonna è rimasta sola, a casa sua. Ognuno di noi è rimasto fermo nel proprio piccolo spazio per due settimane, all’improvviso consapevole di quanto gli esseri umani talvolta siano del tutto inermi ed impotenti di fronte ai fatti.
Preoccupati, spaventati, angosciati, abbiamo vissuto questa situazione fermi, immobilizzati, con solo uno smartphone come alleato in questa guerra – come unico mezzo di contatto coi nonni e con i medici.
A volte il destino sembra proprio accanirsi… Ma avevo detto che la storia avrebbe avuto una sorta di lieto fine, perciò continuate a leggere. Sì, perché nonna è stata ricoverata il 23 marzo, in un reparto diverso rispetto a nonno. Beh, direte voi, non sembra un gran lieto fine.
E invece… Invece, dopo qualche giorno che nonna era stata portata in ospedale, la dottoressa che si occupava di nonno ha fatto due più due. E ha preso una decisione meravigliosa: li ha fatti mettere entrambi nella stessa stanza.
Riuniti, finalmente. Finalmente insieme.
Una decisione che trapela tutta l’umanità che c’è dietro una mascherina.
Nonno, dopo un mese dai primi sintomi, ha poi avuto il primo tampone negativo. E poi il secondo ed il terzo. Ed il giorno prima di Pasqua, entrambi sono stati dimessi.
E così, dopo un mese in ospedale, i nonni sono tornati a casa.
Ma ecco il lieto fine: oggi i nonni hanno festeggiato 54 anni di matrimonio insieme.
Oggi, anche il secondo tampone di nonna è risultato negativo.
Perciò, la storia è questa: un’intera vita insieme, un matrimonio solido, tre figli, quattro nipoti, numerosissime litigate, altrettante numerosissime riappacificazioni, la malattia, la vecchiaia, una pandemia. Un virus sconfitto, anche questo insieme.
Auguri, nonni”.
Arianna Falchi
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