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L’Italia divisa tra sprechi alimentari e fame nell’analisi della Waste Watcher International

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L’Italia vive la contraddizione di un paese che “ha fame” e lo spreco alimentare. È il risultato delle analisi condotte da Waste Watcher International (WWI) e presentate il 16 ottobre in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e 80esimo anniversario della FAO.

Secondo l’indice FIES (Food Insecurity Experience Scale) sviluppato dalla FAO e applicato da WWI all’Italia nei prossimi dodici mesi il 13,8% degli italiani verserà in una situazione di insicurezza alimentare, con famiglie costrette a ridurre la qualità o la quantità del cibo acquistato, saltare i pasti o rinunciare ai prodotti freschi perché troppo costosi. Dietro questi dati non c’è solo un fattore economico, ma anche quello culturale e sociale, perché – e qui è il vero paradosso – chi ha meno, acquista prodotti di bassa qualità e tende a sprecare più cibo (+4%). Il consumo di alimenti economici e poco nutrienti porta a un aumento dello spreco e a una dieta squilibrata, con effetti negativi sulla salute, e ad un impatto sull’ecosistema. Si crea così un circolo vizioso in cui spreco e povertà si alimentano reciprocamente, aggravando le disuguaglianze.

Secondo WWI, ogni settimana, ciascun italiano getta in media 555,8 grammi di alimenti, pari a 1,7 miliardi di tonnellate di cibo con le quali si potrebbero sfamare 3 milioni di persone. La buona notizia è che dal 2024 al 2025 lo spreco è diminuito del 18,7%, ma ancora molti sono gli sforzi da fare. Oltre alla riduzione degli sprechi occorre muoversi nella direzione di rendere accessibile il cibo sano anche ai meno abbienti.

Secondo l’analisi di WWI un italiano su due (51%) è favorevole all’introduzione nella Costituzione dello “ius cibi” (diritto al cibo), per garantire a ogni cittadino un accesso stabile, equo e sostenibile a un’alimentazione adeguata. Contrastare la povertà alimentare e ridurre lo spreco diventano così due obiettivi convergenti, da perseguire con strumenti educativi, tecnologici e normativi. L’Italia si è posta un preciso obiettivo di ridurre gli sprechi entro il 2030, cioè di arrivare ad uno spreco settimanale medio pari a 369,7 grammi pro capite.

Per Andrea Segrè, direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International, la lotta allo spreco è una questione politica, sociale, ambientale ed economica. L’Italia si distingue oggi anche per le sue innovazioni nel campo dell’educazione e della misurazione dello spreco: Sprecometro, l’app ideata da Last Minute Market e Università di Bologna per la campagna Spreco Zero, consente ai cittadini di monitorare e ridurre concretamente lo spreco domestico, traducendo i grammi di cibo gettati in impatti economici, idrici e climatici. L’app, che oggi conta oltre 21.000 utenti attivi, ha già permesso di evitare l’equivalente di 80.000 pasti sprecati, diventando un modello replicabile anche in altri Paesi.

Stefania Tacconi