Ci sono ancora 10 giorni – e due fine settimana, fino al 21 gennaio 2018 – per visitare la meravigliosa mostra dedicata ad Ambrogio Lorenzetti al Santa Maria della Scala di Siena, un evento che ha riportato l’attenzione su questo straordinario artista ed intellettuale, anche lui vittima della grande peste nel 1348.
Ma questa mostra offre a tutti coloro che già amavano le sue opere – o che ne sono appassionati dopo aver visitato la mostra – l’opportunità di “ricamare” itinerari attraverso la Toscana, proprio seguendo le opere di Ambrogio Lorenzetti, una volta che saranno ricollocate nelle loro sedi. Ed alimentare in questo modo una “onda lunga” che dia ulteriore radicamento sul territorio e valore culturale alla mostra stessa.
Andare a trovare la sua Maestà nel Museo Civico di Massa Marittima, ad esempio, sarà l’occasione per riprendere la “strada vecchia” per Follonica, con il suggestivo Ponte della Pia, il borgo di Prata per poi godersi la Cattedrale di San Cerbone e l’impianto di questa cittadina sulle Colline Metallifere.
La bellezza 4-stagioni delle Crete senesi ed Asciano, invece, vi aspettano se volete andare a Palazzo Corboli a vedere un’altra bellissima opera di Ambrogio Lorenzetti, ovvero il Trittico di Badia a Rofeno, insieme ad “opere di artisti senesi che celebrano, in “provincia” e a distanza di un secolo – come recita la scheda sul sito della Fondazione Musei Senesi – la tradizione della pittura cittadina dei maestri trecenteschi a dimostrazione di un filone di committenze della nascente aristocrazia agraria”.
Poi c’è Firenze, con la sua Galleria degli Uffizi, dove è conservata La Presentazione al Tempio, un dipinto a tempera su tavola firmato da Ambrogio Lorenzetti, e datato 1342, che proviene direttamente dal Duomo di Siena, dove decorava l’altare dedicato a San Crescenzio. E qui c’è ben poco da aggiungere, sui motivi per visitare sia la città, sia il museo.
Ed infine, naturalmente, c’è la possibilità di andare a vedere l’Annunciazione (o Madonna dei Donzelli) del 1343, alla Pinacoteca nazionale di Siena e farsi prendere “per incantamento” dalle tante opere della scuola senese.