Ma lo vogliamo dire che la cosa più intrigante delle mostre del Siena Art Photo Travel non sono le fotografie – per quanto meravigliose – ma i luoghi in cui vengono esposte? Che le dieci mostre in programma fino al prossimo 30 novembre ci danno anche l’occasione – finalmente – di andare a vedere un patrimonio permanente della nostra città che frequentiamo pochissimo? Un po’ per la solita “pigrizia del residente”, che esiste in tutte le città, per cui sappiamo tutto del British Museum o di uno dei tanti Guggenheim sparsi sul pianeta e nulla del museo a pochi passi da casa. Un po’ perché, in effetti, non è che riceviamo tutti questi stimoli per essere invogliati ad uscire di casa ed andare.
Ed invece questa del Siena Art Photo Travel è l’occasione giusta per tornare all’Enoteca Italiana (ancora aperta al pubblico nonostante tante vicissitudini legate al sistema Siena) ed all’Accademia dei Rozzi, ai Magazzini del Sale ed al Santa Maria della Scala, all’Istituto d’arte Duccio di Buoninsegna (che compie 200 anni!) ed al meraviglioso Museo di storia naturale dei Fisiocritici, che aveva rischiato la chiusura e solo un bell’esempio di volontariato riesce a tenere aperto e anche molto attivo.
Perché sono luoghi in cui io per primo vado poco o nulla (e non mi sento particolarmente in solitudine) e quindi i 10 euro del biglietto cumulativo per le dieci mostre in programma diventano assolutamente ben spesi.
Tutti i dettagli delle mostre le trovate sul sito della manifestazione mentre quello che potete vivere solo di persona, e magari condividere con entusiasmi sui social, è l’incanto di questi luoghi senesi, che – se qualcuno ci mettesse finalmente testa – potrebbero aprire scenari tutti nuovi per una città che milioni di persone visitano e “vedono”, ma soltanto pochi hanno la passione e si assumono la fatica di conoscere.
Questo è senz’altro un altro dei meriti del Siena Art Photo Festival, una di quelle manifestazioni che fanno parlare di una città veramente in tutto il mondo, senza che se ne abbia una piena consapevolezza. Ed invece qui può scattare l’anello di congiunzione fra il respiro e l’attrazione internazionale e il sentimento locale di riprendere contatto e confidenza con la bellezza e l’interesse di questi luoghi.
Che dovremmo impegnarci tutti a rendere attrattivi fra un festival e l’altro.
Roberto Guiggiani
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