
Vecchie biciclette, maglie di lana e chilometri di strade bianche affrontati come i ciclisti dei primi decenni dello scorso secolo: a Gaiole si avvicina L’Eroica, l’evento a pedali che affascina tutto il mondo.
Sabato 5 e domenica 6 ottobre saranno i due giorni della corsa che, anno dopo anno, continua a mantenere il suo fascino. “Non sarà mai un piacevole amarcord, un cinema in bianco e nero cui abbiamo restituito i colori al computer – dice l’ideatore Giancarlo Brocci-. C’è da prepararsi, in bici non si inventa niente, ciclismo è stile e scuola di vita di per sé. Poi c’è l’effetto “rara umanità “, il ritrovarsi fra gente bella e rendersi conto che rispetto, educazione e sorriso migliorano la vita”.
Ma cosa resta dalla prima volta del 1997? “Un po’ tutto, a partire dall’incanto per l’entrare in una bella favola, dove la gente è di buon cuore ed anche il lupo non è mai così cattivo – aggiunge -. Quando riguardo certe immagini dei filmati postumi, tanta roba mai vista in vivo, colgo spesso quel primo momento del 1997 in cui riuscii a fermare la macchina con cui li precedevo per veder arrivare i primi sul tornante bianco della salita dopo Pianella. Ora sono “solo” quei primi 92 moltiplicati per 100”.
L’evento poi attrae sempre più giovani. “E molti non hanno mai sentito parlare di Bartali e Coppi; ma solo prima di essersi immersi in Eroica – spiega Giancarlo Brocci – Poi tutto qua narra dei nostri giganti, delle loro imprese sportive ed umane, delle loro bici e maglie, di una rivalità di cui ancora si può discutere e dividersi. A Gaiole in Chianti credo porti tanta gente proprio questo riverbero, storie che avevano alloggiato nei cuori di nonni, eroismi di cui è stato trasmesso esempio. E, innegabile, l’aver fatto tornare di moda la fatica e l’impresa, il guadagnarsi una meta sportiva cui si finisce per prepararsi un anno e la cui botta di autostima dura per ognuno degli altri 364 giorni”.
Infine il richiamo ad uno stile di vita sostenibile: “Credo che la prima ricerca sia stata il recuperare l’anima del proprio giocattolo, di uno sport rivissuto in purezza, fuori dalla maledizione del business ad ogni costo, sfidando l’appropriazione indebita dei tanti mestieranti che si sono impadroniti del vapore. La fuga dal progressivo ad ogni costo, il ritorno a ciò che ci ha entusiasmato prima che scienziati di facili costumi ci dicessero cosa è ineluttabilmente moderno”, prosegue Brocci.