Emanuele Montomoli, professore di Sanità pubblica all’Università di Siena e chief scientific officer di VisMederi ci spiega come mai stanno tornando morbillo, difterite e meningite
In Italia riaffiorano antiche paure per il ritorno di malattie infettive quali la difterite, il morbillo e la meningite. Quest’ultima in particolare tocca da vicino il nostro territorio, visto che ha colpito molte volte in Toscana. Per capire come mai queste malattie stanno ritornando e per sapere le modalità corrette per affrontarle, abbiamo parlato con Emanuele Montomoli, professore di Sanità pubblica all’Università di Siena e chief scientific officer di VisMederi. Quest’ultima è una società di ricerca e servizi qualificati che opera nel campo delle Scienze della Vita e della Sanità Pubblica.
Quali sono le malattie infettive emergenti in Italia?
«Sono difterite, meningite e un’epidemia di morbillo. Analizziamole una per una partendo dall’ultima. L’epidemia di morbillo è dovuta principalmente al fatto che la copertura vaccinale per questa malattia non è appropriata. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato all’Italia una determinata soglia di copertura che però non siamo stati in grado di raggiungere. Per questa ragione si creano nel Paese delle zone a copertura molto bassa dove ci sono dei cluster epidemici. Qual è il problema per queste epidemie di morbillo? Con il susseguirsi dei cicli di vaccinazioni si accumulano i “suscettibili”, cioè persone non vaccinate, quindi le epidemie sono sì più rare di prima nel tempo, ma colpiscono anche 30enni e 40enni. Peccato perché il morbillo potrebbe essere eradicato come è stato per il vaiolo e come sta accadendo per la poliomelite.
La difterite è tornata dopo anni di completa assenza in Italia, se non erro l’ultima volta c’era stata nel 1997. Il motivo del nuovo episodio è il calo delle vaccinazioni, perché ci sono regioni, come il Veneto, dove la vaccinazione per questa malattia non è più obbligatoria, un fenomeno dovuto anche alle campagne degli anti-vaccinisti. Alcuni genitori non vaccinano più i figli, quindi questi diventano soggetti che possono essere colpiti dalla difterite.
Per la meningite dobbiamo parlare di differenti ceppi. Quelli che circolano in Italia sono il B e il C. Fino all’anno scorso un vaccino per il B non era disponibile, ora invece sì. Anche per questa malattia il problema è la copertura vaccinale».
Oltre al calo delle vaccinazioni un altro motivo per il ritorno di queste malattie potrebbe essere lo sviluppo di una resistenza ai vaccini?
«No, perché il vaccino si somministra a un soggetto sano, al contrario dell’antibiotico».
E i flussi migratori massicci influiscono?
«Sì, molto. Il problema è che l’Italia è un paese di approdo e di sbarco iniziale, una specie di “filtro”. Per questa ragione è più facile che gli immigrati siano portatori di una malattia quando arrivano qui, che quando poi si spostano verso le nazioni del nord Europa».
Il mondo della scienza come si sta attrezzando per affrontare il ritorno di queste malattie?
«Noi vorremmo che nell’opinione pubblica cambiasse la percezione dei vaccini. Dopo la potabilizzazione dell’acqua sono le più importanti conquiste per la sanità pubblica. E’ chiaro che le vaccinazioni possono avere anche degli effetti collaterali».
Emilio Mariotti