Mandata fuori da un bar perché ha il cane, la rabbia di Roberta: “Devo giustificare i miei diritti come ragazza cieca”

Mandata fuori da un bar appena fuori le mura perché aveva il cane, ma lei è cieca e quello è il suo cane guida. Sembra incredibile che possa essere accaduto davvero ma è successo ieri sera, in un locale fuori dal centro.

Dopo una sessione in palestra, Roberta Di Nardo, protagonista suo malgrado di questa vicenda, si è recata nel locale con alcuni amici, ma il titolare le ha detto chiaramente: “Il cane deve stare fuori”. Roberta ha spiegato che per legge un cane guida può entrare ovunque: mezzi pubblici, ospedali, aerei. Ma il gestore ha insistito, proponendo di spostarsi in terrazza. “È diventata una questione di principio,” racconta Roberta. “Se cedo, dovrei farlo ovunque. La legge tutela i cani guida e il loro accesso ai luoghi pubblici”.

Nonostante la fermezza delle sue spiegazioni e la minaccia di chiamare i Carabinieri, il gestore non ha ceduto. A quel punto Roberta ha deciso di andarsene per evitare ulteriori problemi ai suoi amici, che l’hanno seguita. “La notte non ho dormito dalla rabbia,” spiega. La ragazza sottolinea la frustrazione di dover giustificare ogni volta un diritto garantito da oltre 50 anni: “Avere un cane guida è già un impegno. Dover spiegare l’ovvio è inaccettabile. Mi aspetto delle scuse e che chi ha sbagliato ne prenda atto. In caso contrario, andrò dai Carabinieri per capire come agire. La legge parla chiaro: chi nega l’accesso ai cani guida rischia multe fino a 2500 euro”.