Il 7 aprile scorso c’è stata l’assemblea dei soci di Microcredito di Solidarietà SpA, dove è stato approvato il bilancio d’esercizio 2016, che si è chiuso con un ammontare complessivo di erogazioni per 644.106 euro. L’obiettivo della società, il cui azionariato è guidato da Mps e dalle amministrazioni pubbliche locali, è quello di sostenere le persone in difficoltà e le microimprese del territorio, cercando di favorire l’accesso al credito di soggetti solitamente esclusi dai tradizionali canali bancari.
Il numero delle richieste di credito per l’esercizio 2016 ha registrato un aumento del 2,3% rispetto al 2015. Il leggero aumento ha interessato soprattutto i prestiti produttivi (microimpresa e formazione), mentre quelli sociali sono rimasti sostanzialmente stabili. In totale sono stati erogati 204 prestiti, rispetto ai 199 del 2015. Commentiamo i dati insieme al presidente del Microcredito di Solidarietà Mario Marzucchi.
Si passa dalle 199 richieste del 2015 alle 204 del 2016. Questa leggera variazione è un segnale positivo o negativo?
«La differenza è che quest’anno molti prestiti sono di tipo economico,per imprese start up o per finanziare i corsi professionali. Sono prestiti, per questo, più alti rispetto a quelli sociali, per cui siamo nati. I prestiti sociali rimangono sostanzialmente invariati, soprattutto le domande, ma purtroppo abbiamo dovuto tirare un po’ la corda, per via delle condizioni dei richiedenti. Rispetto a dieci anni fa viene un maggior numero di persone che hanno un lavoro precario e fare un prestito a una persona che ha un lavoro a tempo determinato di un anno è difficile. Con un tasso tan/taeg al 2% praticamente devono restituire solo il capitale , ma per certe persone è importante anche quel piccolo tasso ed’interesse.
Con il decreto Madia potremmo avere problemi per la presenza pubblica nell’azionariato. Sarebbe un gran problema, dovremmo mettere la società in liquidazione. Perderemmo anche alcune professionalità che conosco la situazione di queste realtà».
Sono più i giovani o gli anziani ad avvicinarsi a voi?
«Ci sono anche persone giovani, soprattutto per i prestiti economici. Abbiamo convenzioni con CEFOART per farli partecipare ai corsi di formazione. Noi non prendiamo niente di commissioni o di spese per le pratiche».
Quali potrebbero essere le azioni per supportarvi?
«Quest’attività ce l’ha Siena e basta. Non so quanto possa interessare a esterni supportarla. Siamo solo nove realtà del genere iscritte nell’albo del microcredito alla Banca d’Italia. Neanche a Siena tutti capiscono l’importanza di quello che facciamo. Vorremmo più attenzione da parte di tutti. Sono preoccupato».
Emilio Mariotti