Oltre 2.200 prestiti erogati dalla nascita nelle province di Siena, Grosseto e Massa Carrara per oltre 7 milioni di euro, quasi 4mila richieste lavorate, due indicatori – come ha spiegato il direttore generale Pier Luigi Millozzi – significativi: il primo riguarda la maggiori richieste provenienti dagli stranieri nella fase iniziale della crisi, nel 2008 per poi vedere sempre più la crescita degli italiani e di tantissimi senesi. Il secondo è relativo alla minima ripresa registrata dal 2015 che ha visto però un picco di richieste ancora da persone del territorio.
Un ammontare di 3.881 richieste lavorate, 2.208 prestiti erogati per un totale di 7.116.260 euro nei primi dieci anni di attività, dicevamo. Sono questi i numeri di Microcredito di Solidarietà, la società senese nata con l’obiettivo di contrastare la povertà e il disagio sociale e favorire l’accesso al credito di soggetti che non sono in grado di presentare tutti i requisiti richiesti solitamente dai tradizionali canali bancari. Fondato a Siena nel 2006 da Banca Monte dei Paschi di Siena, Comune e Amministrazione Provinciale di Siena, Diocesi di Siena e quella di Montepulciano, altri comuni della provincia, le associazioni di volontariato e grazie al supporto indiretto della Fondazione Mps, Microcredito di Solidarietà opera oggi attraverso 38 centri di ascolto in locali messi a disposizione da Banca Mps nella sede di Siena e presso le associazioni di volontariato nelle province di Siena, Massa Carrara (comprensorio della Diocesi di Massa-Carrara-Pontremoli) e Grosseto (limitatamente alle zone ricadenti sotto l’Arcidiocesi di Siena – comuni di Castel del Piano, Arcidosso, Seggiano, Civitella Paganico e Cinigiano). La società si avvale di personale distaccato da Banca Mps e, per la gran parte, della collaborazione di volontari, appartenenti alle associazioni di volontariato, che sono individuati sulla base delle loro competenze ed esperienze, compresi consiglieri e sindaci revisori, che offrono i propri servizi gratuitamente.
“Microcredito di Solidarietà ha dimostrato negli anni di poter rappresentare un importante punto di riferimento per il territorio – ha commentato il presidente Mario Marzucchi -, non solo nell’erogazione di finanziamenti a favore di soggetti in difficoltà finanziaria, ma anche nell’ascolto e nella consulenza gratuita offerta nei casi in cui non è stato possibile arrivare alla concessione del prestito richiesto. Questi primi dieci anni di servizio hanno confermato il grande valore del progetto iniziale, nato dallo spirito solidaristico di tutti i soggetti coinvolti e dalla consapevolezza della necessità di una struttura sociale ed etica al servizio delle fasce più deboli della nostra comunità. I risultati ottenuti sono merito delle competenze del personale distaccato di Banca Monte dei Paschi e dei numerosi volontari impegnati in sede e nei vari centri d’ascolto. Il perdurare della crisi e del clima di sfiducia hanno portato ad una sempre più difficile operatività nel nostro settore – ha osservato ancora Marzucchi -. In questo senso, diventa ancora più importante il lavoro dei nostri volontari sotto l’aspetto dell’impatto sociale, della capacità di ascolto e di assistenza nelle particolari situazioni di disagio manifestate dai richiedenti”.
Una realtà che nasce anche per allontanare il più possibile il rischio che le persone ricorressero agli usurai. E anche in funzione anti usura ha avuto una grande importanza: “Dalla sua fondazione ad oggi la società è riuscita a portare un aiuto concreto alla comunità locale – ha ribadito il direttore generale Pier Luigi Millozzi -,mantenendo comunque un tasso fisso particolarmente basso, la gratuità delle istruttorie e una spiccata sensibilità nella valutazione delle necessità di rientro delle situazioni di maggior disagio sociale, grazie al supporto dato dai volontari e dai collaboratori. In dieci anni di servizio abbiamo ricevuto e lavorato oltre 3.800 richieste, con un picco nel biennio 2009-2010, per prestiti legati soprattutto a educazione, formazione e istruzione ed in generale motivati da necessità di liquidità. Un dato confermato anche dal costante e progressivo aumento dei giovani under 30 che si sono rivolti ai nostri centri di ascolto, con buoni risultati in termini di inserimento nel mondo del lavoro. Dati che confermano l’importanza dell’opera svolta da Microcredito di Solidarietà per far fronte alle necessità finanziarie di privati e famiglie e aiutarle a superare difficoltà economiche temporanee o avviare una nuova attività imprenditoriale”.
Fin dalla sua costituzione Microcredito di Solidarietà ha optato per l’erogazione diretta dei finanziamenti con fondi propri, una modalità che consente di avere pienamente sotto controllo tutta l’istruttoria del finanziamento, permettendo il massimo della flessibilità nelle eventuali fasi di rinegoziazione o di rinnovo del prestito. L’erogazione diretta garantisce nella sostanza la massima personalizzazione al richiedente sia prima che durante il prestito, di instaurare cioè con lui un rapporto di fiducia, che va a sostituire le garanzie che assistono invece i prestiti bancari tradizionali. In un momento di particolare crisi economica, come quello che ha caratterizzato l’ultimo decennio, la possibilità di accesso al credito per le persone in difficoltà e per le microimprese che non possono rivolgersi al sistema bancario si conferma questione urgente e fondamentale per le zone in cui opera Microcredito di Solidarietà, soprattutto per poter pagare gli affitti arretrati, le utenze, il necessario per gli studi dei figli, per acquistare un’autovettura usata e in generale per far fronte alle necessità quotidiane, accresciute anche da una sempre maggiore incertezza nel mondo del lavoro.
Anche sul fronte delle microimprese Microcredito di Solidarietà rappresenta un’opportunità di accesso ai prestiti agevolati messi a disposizione per creare piccole attività e dare impulso al business di realtà di modeste dimensioni. Un’iniziativa per favorire l’imprenditoria di chi ha perso il lavoro, per i giovani, per le donne, per gli stranieri, incoraggiando le piccole idee imprenditoriali di tutti coloro che intendono ripartire o proseguire in proprio, senza dover fornire garanzie alla banca, o chiedere aiuto alla famiglia.
Le richieste e i finanziamenti sono stati favoriti anche dagli accordi e dalle convenzioni che sono state sottoscritte con enti pubblici e privati per promuovere l’accesso al credito al di fuori dei tradizionali canali bancari.
I NUMERI – In dieci anni di operatività il Microcredito ha raccolto 3.881 richieste di prestito, con un picco nel biennio 2009-2010 e una diminuzione costante fino al 2015, dovuta al generale clima di sfiducia, aumentate nuovamente nel 2016 e nel 2017. Complessivamente sono stati erogati 7.116.260 euro di finanziamento a 2.208 soggetti, con un taglio medio dei prestiti che si attesta sopra i 3.000 euro, maggiori per le microimprese rispetto ai privati. Con il perdurare della crisi, la società ha attuato una politica di maggiore prudenza, con la diminuzione non solo del taglio medio delle erogazioni ma anche optando per un periodo medio di rientro inferiore, che si attesta in media sui 30 mesi.
LE MOTIVAZIONI – In merito alle motivazioni delle richieste, dopo i primi due anni di attività, nei quali la necessità principale era quella legata alle esigenze abitative, dal 2009 in poi si è spostata sul fronte della liquidità, sintomo anche questo della sfiducia riscontrabile nei nostri territori di riferimento. In grande aumento, dal 2013, il numero dei prestiti legati a educazione, formazione e istruzione, grazie all’accordo con l’Università degli Studi di Siena e a quello con CE.FO.ART. – ente bilaterale promosso dalla Provincia di Siena fra CNA, CONFARTIGIANATO e CGIL, CISL, UIL provinciali, per concedere finanziamenti finalizzati al pagamento di corsi di formazione professionali – che hanno portato buoni risultati in termini di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
I RICHIEDENTI – La distribuzione dei richiedenti per classi di età illustra il costante e progressivo aumento dei giovani under 30, frutto probabilmente di due fenomeni congiunti: la finalizzazione dei prestiti a percorsi formativi, sia professionali che universitari, nonché la difficoltà per essi di trovare un lavoro stabile, da cui consegue la necessità di “confezionarsi” un lavoro. Anche le richieste degli over 55 hanno mostrato un nuovo aumento, fenomeno che denota il rischio di nuove povertà fra le fasce dei più anziani, che non riescono ad arrivare in fondo al mese con le loro pensioni. La distribuzione delle domande per genere ha mostrato, invece, una netta predominanza del genere maschile, con un progressivo avvicinamento della forbice fra domande degli uomini e quelle delle donne in atto nel triennio 2013-2015. I dati evidenziano, inoltre, la predominanza degli italiani rispetto agli stranieri, ulteriore dimostrazione della persistenza della crisi nelle zone di riferimento e della maggiore difficoltà da parte dei connazionali a reagire alle difficoltà. I piccoli prestiti costituiscono, quindi, una possibilità di finanziamento per micro-aziende in fase di start-up o per sostenere il costo dei corsi di qualificazione professionale per giovani alla ricerca di prima occupazione o per persone che hanno perso il lavoro.