Un’occasione di ascolto da non perdere, un dialogo proficuo! Così, molto brevemente, si può commentare l’iniziativa che si è tenuta il 31 marzo nel Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali dell’Università di Siena.
Auspice il prof. Massimo Bianchi, nell’ambito del corso di “Storia dei rapporti fra Stato e Chiesa”, si è tenuta, infatti, una lezione a due voci – una lezione di indiscusso spessore – che ha visto la partecipazione di due Presuli della Chiesa italiana: il cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e il nostro Arcivescovo, il cardinale Augusto Paolo Lojudice.
I temi: la guerra che attanaglia il nostro Continente da oltre un anno e le migrazioni. Dopo la bella riflessione del Magnifico Rettore Roberto Di Pietra, il quale ha voluto sottolineare il profilo della complessità e il ruolo dell’Istituzione universitaria come uno dei luoghi cardine nei quali si possono e si debbono affrontare da un punto di vista scientifico i problemi complessi, la giornata è entrata nel vivo. Il cardinale Zuppi – di cui ricordiamo la lettera alla Costituzione italiana vergata nel 2021 – si è soffermato in particolare sugli articoli della nostra Carta.
Una riflessione generale sui temi oggetto di dibattito non poteva prescindere da quei principii di eguaglianza che i costituenti vollero inscrivere nell’art. 3 e sul programma che vi è chiaramente esplicitato: un programma che non ha ancora trovato attuazione se è vero, come è vero, che negli ultimi anni le diseguaglianze sono fortemente aumentate.
La risoluzione dei conflitti con lo strumento bellico che la Carta ripudia nel successivo art. 11 è stato oggetto di un’ampia riflessione da parte del cardinale Zuppi che ha voluto sottolineare non solo il ruolo della Santa Sede e dei vertici istituzionali, ma soprattutto quello del Popolo di Dio che oggi – nel corso del cammino sinodale che caratterizza la Chiesa italiana – deve contribuire a individuare le ragioni della pace.
Il cardinale Lojudice, a sua volta, si è soffermato sui fenomeni migratori, ricordandone, fra le altre, le plurime ragioni, sulle azioni già poste o da porre in essere, sulla necessità di un approccio efficace alla soluzione del problema invocando quasi una “sinodalità europea” che, ripercorrendo e ispirandosi alle ragioni ideali dei suoi fondatori, ne recuperi la visione e ritrovi uno spirito di solidarietà interna ed esterna: l’unico in grado di governare questo fenomeno che sta drammaticamente caratterizzando la storia umana. In definitiva: occorre che la città dell’uomo torni a riflettere per ritrovare le ragioni ideali del suo “camminare insieme”.
Giovanni Minnucci
*Rettore Opera della Metropolitana