Ma come si fa a scegliere fra oltre mille eventi in due giorni?
Le Giornate europee del Patrimonio – con il loro hashtag #GEP2016 – sono l’elemento di maggiore attrazione di questo fine settimana del 24-25 settembre ed il Ministero dei beni culturali ha messo in fila sul proprio sito un calendario eccezionale, assolutamente dettagliato e preciso, che trovate al link: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1927038387.html
Oltre mille appuntamenti in tutta Italia, tanto è vero che per restare soltanto alla provincia di Siena partecipano alle Giornate europee del Patrimonio l’Archivio di Stato, il Museo di storia naturale dei Fisiocritici e la chiesa di San Raimondo al Refugio a Siena, il Parco archeologico di Poggibonsi, il Museo civico archeologico di Sarteano, il Museo archeologico nazionale di Chiusi, il Museo archeologico e di arte sacra a Casole d’Elsa, i musei di Asciano, il Parco museo minerario di Abbadia San Salvatore, il Museo della Terracotta a Trequanda, il Museo etnografico del bosco e della mezzadria di Orgia ed il Museo archeologico di Castellina in Chianti. Con visite guidate, presentazioni di libri, aperture straordinarie, conferenze, esposizioni. E figuriamoci se cominciamo poi a guardare quello che avviene ad Arezzo, Grosseto e Firenze, solo per stare in aree a noi vicine.
Davvero uno sforzo apprezzabile da parte di amministrazioni comunali ed istituzioni culturali, che credo, da parte nostra, possiamo onorare in due modi: partecipando sabato e domenica ad alcuni di questi mille appuntamenti in programma e salvando sul computer il file completo e prenderne poi spunto per visite ed escursioni per il futuro. Perché è vero che non ci saranno sempre le aperture straordinarie e le visite guidate previste in questi giorni, ma la maggior parte del nostro patrimonio culturale è in realtà aperta e fruibile tutto l’anno e quindi può essere visitata ed apprezzata in maniera permanente.
Allora sì che le Giornate europee del Patrimonio, iniziate nel 1991 su iniziativa del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea, avranno dato corpo e concretezza a quanto scritto nella convenzione di Faro: L’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi. Una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.
Roberto Guiggiani
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