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Morte Arturo: Bedana ai domiciliari

Si trova agli arresti domiciliari Marco Bedana, il 45enne commerciante ortofrutticolo di Solesino (Padova) indiziato per l’omicidio stradale del giovane Arturo Pratelli sulla strada provinciale 73, all’altezza di Ampugnano, nel comune di Sovicille.

Scaraventato a terra dal violento colpo dello specchietto dell’autocarro ‘Man’ del commerciante, unica traccia trovata sull’asfalto che ha consentito di identificare il conducente, Arturo Pratelli, i cui funerali si sono svolti lunedì a Siena, è rimasto sul bordo della strada per quasi un’ora. Il fermo di indiziato di reato nei confronti di Marco Bedana, 45 anni, da tutto il paese di origine dipinto come brava persona e grande lavoratore, è stato convalidato dal gip, che ha poi concesso gli arresti domiciliari. Lunedì sera l’uomo è tornato a casa dopo un giorno in carcere a Rovigo. L’inchiesta è ancora in corso e presto gli atti verranno trasferiti a Siena, a disposizione del pm Siro De Flammineis che insieme ai carabinieri segue la vicenda. Il commerciante si sarebbe giustificato contestando tramite i suoi legali l’omissione di soccorso: sarebbe rimasto a dormire nelle vicinanze di Siena la sera dell’incidente e avrebbe pensato di aver colpito un cartello stradale con lo specchietto del suo mezzo.

Intanto dura presa di posizione del Comitato San Rocco sulla questione strade. “Arturo, 17 anni, non ha festeggiato – scrive il Comitato – l’arrivo del 2019. E’ stato falciato da un’auto pirata l’altra sera a poche centinaia di metri da casa, mentre camminava lungo la provinciale che collega Siena a Rosia. Una strada che ha visto numerose vittime, come le due persone morte nello scontro frontale di pochi giorni prima. Una strada, come molte altre, che miete vittime come fosse una guerra. La guerra del quotidiano, della necessità di recarsi al lavoro o a fare spese. La necessità di usare i mezzi privati lungo strade strette, pericolose, buie e inadeguate a sopportare il traffico di veicoli attuale”.

“I dati – prosegue il comitato cittadino – sull’incidentalità diffusi dalle agenzie governative confermano che gran parte delle vittime sulle nostre strade sono sempre di più pedoni e ciclisti. Le categorie deboli, appunto, a cui non è vietato il transito sulle strade ma che, al contempo, non sono dedicate né corsie preferenziali né banchine transitabili. Probabilmente Arturo non aveva un percorso sicuro (marciapiede, banchina) dove camminare per raggiungere casa, in quel tratto di strada. Così come mille altre volte alcuni cittadini avevano segnalato la pericolosità del tratto tra Castello e San Rocco, che oggi finalmente vede sia un marciapiede che l’illuminazione dei lampioni per poterlo transitare in sicurezza”.

“Le nostre strade sono pericolose – proseguono -. Certamente non vogliamo giustificare i comportamenti sbagliati degli automobilisti, che transitano a velocità troppo alte oppure si distraggono alla guida, ma crediamo che se le strade fossero progettate con più attenzione alla sicurezza il numero delle vittime sarebbe minore.Curve cieche, asfalto non adeguato, assenza di marciapiedi, banchine o illuminazione. Segnaletica danneggiata o mancante, buche. Comprendiamo che le Amministrazioni hanno sempre meno fondi per la manutenzione stradale (e la scellerata riforma Del Rio, che ha azzerato i fondi alle Province, certo non ha aiutato) e per questo vogliamo sollecitarla, insieme a tutti gli altri primi cittadini, punti di riferimento per le comunità, a fare pressioni sul Governo perché i soldi vengano investiti principalmente in sicurezza delle infrastrutture pubbliche. Sicurezza delle nostre strade, prima di tutto”.

“Come cittadini – concludono -, che vivono il quotidiano, non ci interessano TAV, TAP o F35. Ci interessa poter stare tranquilli quando percorriamo le strade per andare al lavoro o a curarsi. Ci interessa stare tranquilli quando mandiamo i nostri figli a scuola o a fare sport. Ci interessano maggiore tutela del territorio e la sicurezza, non mega-opere faraoniche o mega-investimenti in armi di guerra. Il nostro è un appello a tutti coloro che amministrano il territorio perché, prima di altre cose, venga garantita la sicurezza delle opere pubbliche: strade, scuole, ospedali. Vogliamo sperare che il 2019 sia l’anno in cui la parola chiave della Politica sia “sicurezza”. E che questa continua guerra sulle nostre strade possa concludersi”.

alessandrolorenzini

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