
L’operazione che potrebbe cambiare il panorama bancario italiano e che vede come assoluto protagonista Monte dei Paschi di Siena è partita. Da stamani è infatti scattato il periodo di adesione per l’offerta di pubblico scambio di Rocca Salimbeni su Mediobanca.
Si potrà partecipare fino all’8 settembre, con uno scambio di 2,53 azioni di Monte dei Paschi per ogni titolo Mediobanca. La soglia minima per l’assalto a Piazzetta Cuccia è stata fissata al 35% ma l’obiettivo – dichiarato anche dall’ad di Mps Luigi Lovaglio – resta il 66,7% del capitale.
Quella del 35% – che secondo Mps garantirebbe un “controllo di fatto” sull’istituto lombardo – è una percentuale che non dovrebbe essere difficile da raggiungere, se si considera che sia la Delfin dei Del Vecchio che il gruppo Caltagirone, detentori del 30% di Mediobanca, guardano con favore all’operazione.
Proprio questo è tra l’altro uno degli elementi chiave per la strenua difesa da parte dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel che oggi, dopo il duro comunicato vergato dal cda lo scorso venerdì, ha ricordato come i due azionisti Delfin e Caltagirone avrebbero “una presenza significativa in tre istituzioni finanziarie sistemiche”, ossia, Mediobanca, Mps e Banca Generali. In una serie di slide, che Nagel ha presentato agli analisti, si afferma anche che Monte dei Paschi è un istituto con “con una storia travagliata. Oltre 25 miliardi di euro di aumenti di capitale negli ultimi 20 anni, inclusi vari aiuti di Stato”.
“La combinazione di Mps e Mediobanca – ha aggiunto l’amministratore delegato – è priva di motivazioni strategiche e finanziarie” e dalla combinazione ne uscirebbe fuori “una governance complessa attraverso una struttura piramidale”.
Ed ancora nell’ops “ci sono troppe anomalie”, ha concluso Nagel secondo cui c’è anche “il ruolo del governo”. “Il governo sta infatti ricoprendo più ruoli contemporaneamente”, ha sottolineato. “Questa situazione, in cui il governo ha molteplici ruoli — principale azionista di Montepaschi, controllo del consiglio, uso del golden power — ha portato diversi attori in Italia, direttamente o indirettamente, a sostenere questa operazione”.