Mps-Mediobanca, il premier Meloni: “L’operazione è di mercato. Orgogliosi del risanamento di Rocca Salimbeni”

Che il Governo non guardi in modo sfavorevole l’assalto che Monte dei Paschi ha lanciato su Mediobanca lo chiariscono tre passaggi chiave scanditi negli ultimi giorni.

Il più recente è quello del premier Giorgia Meloni, che parla di un’ops che è “operazione di mercato” che “dovrebbe rendere tutti quanti orgogliosi” perché “se dovesse andare in porto, ovviamente parleremmo della nascita di quel terzo polo bancario che abbiamo a lungo trattato nel dibattito non solo politico italiano”.

“Da una parte dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere, oggi è una banca perfettamente risanata che anzi avvia operazioni ambiziose”, dice Meloni.

Le parole del presidente del consiglio, intervenuta dal porto saudita di Gedda prima si salire sulla Vespucci, fanno seguito a quelle del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che valuta l’offerta come  “totalmente trasparente e nell’interesse dell’economia italiana” e del vice premier Antonio Tajani per cui “tutte le iniziative di libero mercato sono benvenute”.

Il titolare del Mef ha specificato poi che lo Stato “non deve fare il banchiere, tanto è vero che noi abbiamo risanato Mps” ma “ne stiamo uscendo e magari ne usciremo definitivamente in futuro. Questo governo – ha aggiunto- ha dato fiducia ed autonomia ad un management che ha realizzato risultati eccezionali”.

Apre all’operazione anche l’altro vice premier Matteo Salvini che si dice “contento e orgoglioso che la Lega abbia salvato la banca più antica del mondo, che la sinistra voleva regalare”. Per il leader del Carroccio Rocca Salimbeni “adesso è addirittura nelle condizioni di poter crescere e dar vita al terzo polo bancario”.

Dubbiose le opposizioni che chiedono a Giorgetti di riferire in aula. “Meloni non usi Monte dei Paschi come strumento al servizio di partite finanziarie altrui. Difenda invece la banca e metta in campo Cassa depositi e prestiti e il Mediocredito Centrale, dando vita a una vera banca d’investimento al servizio degli italiani e delle imprese”, il monito di Emiliano Fenu, capogruppo M5s in Commissione Finanze della Camera.

Antonio Misiani, responsabile economia del Pd, incalza: “Le aggregazioni rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica”.

Il vertice dell’Abi Antonio Patuelli si limita invece a ricordare che “per molti anni abbiamo avuto una retorica che le banche italiane erano le più deboli d’Europa. Ma il mondo bancario italiano non è certamente più da tempo quello della foresta pietrificata”.

Dal presidente riferimento diretto all’offerta, “non mi posso esprimere su singole operazioni”.