
Gli ‘Stati Uniti’ regionali di acqua, luce e gas ancora non s’hanno da fare. E mentre a Firenze viene battezzata Plures, multiutility che nasce dall’incorporazione di Alia Publiservizi, Consiag e Acqua Toscana, Intesa e la Toscana del sud aspettano alla finestra.
Diversi i punti da analizzare prima valutare l’adesione, come spiega Andrea Rossi, presidente del consorzio di cui fanno parte 48 comuni (34 sono senesi, ndr.).
“Quello che mi piacerebbe far passare è il messaggio che la Toscana ha la necessità di costruire un network regionale solido: solo stando insieme potremo affrontare investimenti importanti e, soprattutto, evitare che i nostri territori vengano espropriati da realtà molto più forti della nostra – spiega- .Detto questo, credo che i soci di Estra debbano prima concentrarsi sul progetto da portare avanti, definendo i contenuti e gli obiettivi della multiutility. Solo in un secondo momento sarà opportuno discutere della governance. Partire da quest’ultima, come spesso leggiamo sui giornali, rappresenta secondo me un errore grave. Sarebbe come costruire una casa partendo dal tetto: bisogna iniziare dalle fondamenta, e le fondamenta sono il progetto”.
L’interesse del cda di Intesa, che ricordiamo detiene una quota del 25% di Estra, verso il progetto comunque resta: “Ma i nostri valori restano immutati – chiarisce Rossi-: il presidio del territorio, il riconoscimento dell’importanza dei lavoratori locali, la possibilità di investire nella transizione energetica, non solo su Siena ma su tutti i territori rappresentati dai soci di Estra. Una volta delineati e condivisi gli obiettivi principali, troveremo senz’altro una soluzione anche per quanto riguarda la governance e la rappresentatività, partendo dal principio che nessun territorio può esserne escluso”.
Secondo Rossi infatti tutti dovranno avere una voce dentro la multiutility. “In caso contrario – prosegue-, il progetto nascerebbe zoppo, e le scelte compiute fino a oggi in modo frettoloso e non condiviso lo dimostrano: sono tutte miseramente fallite. Purtroppo, è sotto gli occhi di tutti che i percorsi avviati senza un coinvolgimento collettivo non hanno prodotto risultati concreti. Forse servirebbe una politica più semplice, basata sul buon senso: riconoscere che, come soci, facciamo parte di una sorta di grande famiglia e dobbiamo agire con responsabilità, condividendo gli obiettivi della gestione”.
E non è da sottovalutare poi la partita che potrebbe giocare Estra: “Potrebbe essere il contenitore regionale della multiservizi – dice ancora il presidente di Intesa – A mio avviso, potrebbe rappresentare la strada migliore: al di là di Plures, delle iniziative di Alia e dei comuni oggi suoi soci, Estra potrebbe essere la base più solida e condivisa per costruire davvero una realtà toscana, che non sia espressione di un solo territorio, ma che rappresenti tutti. E forse proprio Estra, per storia e struttura, potrebbe essere il soggetto più adatto su cui investire per realizzarla. Il punto, oggi, è che la Multiutility — per come si sta configurando — sembra appartenere solo alla parte nord della Toscana, mentre la Toscana del Sud ne è di fatto esclusa. E questo, oggettivamente, è un problema”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi