La bandiera della Tartuca entra in Piazza, listata a lutto, accompagnando il feretro di Gabriello Lorenzini, Colonnino. Poi gli amici, alla Costarella, sollevano la bara avvolta dalla seta gialla e turchina e su cui è stata posta anche la maglia bianconera della Robur, e così Lello ha potuto sorridere alla sua Piazza un’ultima volta, nel momento in cui la liturgia del Palio avrebbe avuto inizio.
La scomparsa di Lello ha commosso tutta la città, e il segno che il ‘professor Colonna’ ha lasciato è così indelebile che forse nemmeno lui si sarebbe immaginato tutto questo. Proprio alcuni giorni fa, quando è scomparso Sello, incontrando l’amico Umberto Ceccherini che leggeva la notizia sul giornale, Lello aveva detto: “Se n’è andato anche lui. Bada quante foto gli hanno messo. Voglio vedere, quando muoio io, quante me ne metteranno!”. E con questa sua battuta pungente aveva proseguito per via di Città, non sapendo quanto la sua città gli avrebbe reso omaggio con un affetto sincero di quelli che raramente si riscontrano.
Gabriello, anzi siamo seri, chiamiamolo Lello, ha dimostrato con il suo ultimo gesto improvviso e quasi teatrale – Colonnino che muore all’osteria è un finale quasi cinematografico – quanto non conti assolutamente nulla tutto ciò che con eccessiva ambizione, con cinismo e delirio di onnipotenza, tanti cercano in vita. Quando arrivi a morire e una città intera ti rende omaggio con sincero affetto – nell’oratorio della Contrada della Tartuca, tantissimi contradaioli, amici della curva, gli amici più intimi e tutte le dirigenze delle Contrade e il sindaco – vuol dire che hai davvero rappresentato qualcosa di importante pur nella semplicità della vita che hai condotto. Perché Lello, come è già stato detto e scritto, aveva una forte personalità, un carattere ‘anarchico’ che lo rendeva libero di porsi in maniera trasversale e superiore rispetto a tutti grazie alla schiettezza e alla pungente ironia, propria solo delle persone molto intelligenti e sensibili. Ecco perché Gabriello Lorenzini sarà una pagina immortale per questa Siena che nel terribile 2020 si trova a piangere alcuni dei suoi figli migliori.
“Siena, la Tartuca e tutti i tuoi amici sono grati per averti avuto” è una parte del messaggio toccante che è stato letto durante il funerale e che è stato inviato dal figlio Gabriello, in Brasile insieme al resto della famiglia.
E’ vero. Chi ti vedeva soltanto come un frequentatore assiduo di osterie, Lello, non aveva avuto la fortuna di conoscerti davvero e di godere della persona bella che eri. La stessa persona che in maniera riservata era rimasta distante, quando a maggio se n’era andato Adù, e in silenzio, con il volto rigato di lacrime avevi aspettato che il feretro passasse alla fontanina della Tartuca, verso Sant’Agostino. SEnza farti vedere. La stessa persona che oggi, in maniera beffarda, ha salutato la Piazza nel momento in cui tutto sarebbe dovuto iniziare e invece tutto qui è finito, per la tua vita e per una parte bella di quella di Siena e dei tanti amici che ti hanno pianto sinceramente. Perché eri – e sempre rimarrai – uno di noi.
Katiuscia Vaselli