Niente jeans e film americani in Nord Corea ma a Kim arriva un pacco: da Siena, firmato Don The Fuller

“La risposta? Spero che non sia un razzo”, ironizza Mauro Cianti, ceo di Don The Fuller, celebre azienda abruzzese di jeans che nelle ultime settimane ha deciso di mettere in piedi una protesta pacifica per lanciare un segnale forte, coraggioso, determinato, non solo nei confronti della decisione della Corea del Nord ma anche per sensibilizzare  tutto il mondo. Un paio di jeans fatti recapitare al presidente coreano, Kim Jong-un, è questa la protesta pacifica contro la decisione dello stato di proibire jeans larghi e film americani, insomma, un messaggio chiaro per l’occidente.

Così, attraverso una confezione speciale un paio di jeans ‘fighi’, come lo stesso Cianti definisce, sono partiti per la Corea del Nord per controbattere la decisione del Paese e ribadire un diritto fondamentale: la libertà. “Il vero potere non è vietare ma poter indossare ogni giorno un paio di jeans”, così recita la scatola contenente il regalo personale del presidente nordcoreano.

“Abbiamo letto la notizia su tutte le testate giornalistiche nazionali e mondiali – spiega Mauro Cianti, ceo di Don The Fuller -. Ci è sembrato subito assurdo che, nel 2021, si vieti per legge l’uso dei jeans. Così abbiamo deciso di montare una protesta pacifica e inviare un pacco speciale al presidente Kim Jong-un. Ironicamente spero che la risposta non sia un razzo, in realtà abbiamo qualche dubbio che il pacco possa arrivare, perché ci sono moltissime restrizioni nelle dogane. Ma il nostro obiettivo non era inviare il pacco ma sensibilizzare la popolazione verso un concetto fondamentale: la libertà. Non abbiamo ricevuto solidarietà da nessuna azienda ma i social sono letteralmente impazziti. Migliaia di interazioni e like, questo ci fa capire che forse il messaggio non sarà arrivato alla Corea ma scuramente lo avranno recepito in molti”.

Ma cosa è Don The Fuller? Forse già in molti lo conosceranno e proprio perché questa azienda, ormai diventata celebre in Italia, Corea del sud e Stati Uniti è unita da un legame indissolubile con Siena. Infatti, il primo showroom dell’azienda abruzzese viene eseguito in via di Fieravecchia. Da allora un nuovo marchio si è affermato all’interno del mondo della moda.

 

“Il nostro progetto nasce 8 anni fa – conclude Cianti – con la volontà di riportare in alto il vero marchio italiano. Perché, forse non tutti lo sanno, ma il vero jeans è italiano e non americano come molti pensano. Un progetto che mirava alla qualità, così abbiamo messo in piedi il marchio partecipando agli eventi italiani, come la feshion week di Milano. Abbiamo iniziato a farci conoscere nel mondo e adesso ci siamo affermati anche in Italia”.

Niccolò Bacarelli