Qual è il quadro economico in divenire che emerge nella Nota di aggiornamento al DEF?
Quali sono le prospettive e quali interventi sono previsti da parte del Governo per affrontare la situazione economica e la finanza pubblica, che vivono un momento delicato? “Più delicato di come si prefigurava in primavera” si dichiara nel documento.
La previsione del PIL annuale è rivista al ribasso e si porta a solo lo 0,8% nel 2023. Le cause ormai sono note: elevata inflazione, permanenza dell’incertezza dovuta al conflitto in Ucraina, stagnazione dell’economia europea e contrazione del commercio mondiale.
In sostanza, rallentamento sui consumi interni e sulle esportazioni. Solo nel 2025 la proiezione del PIL supererà l’1%, portandosi all’1,3%, e sarà all’1,2% nel 2026.
Dal lato della finanza pubblica, invece, l’indebitamento netto rispetto al PIL è in aumento e la previsione di rientro si sposta da qui al prossimo decennio. Cosa ha impattato sul rapporto Debito/PIL?
A leggere la Nota, tale aumento deriva dall’impatto dei crediti di imposta legati agli incentivi edilizi introdotti con il superbonus, dal rialzo dei tassi d’interesse che si riflettono sui Titoli di Stato e dal calo dei prezzi all’importazione, che hanno generato minor gettito d’imposte indirette.
E dati questi numeri, per cui bisogna difendere il potere di acquisto delle famiglie italiane e occorrono politiche fiscali che favoriscano l’occupazione e contengano il rialzo dei prezzi, l’unica strada per fare qualcosa è ricorrere a un maggiore indebitamento netto. Per ridurre, però, il rapporto Debito/PIL (come prevede il Patto di Stabilità), il Governo farà ricorso anche alla dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione Europea. Ma dato che l’unica vera strada per garantire la sostenibilità dei conti pubblici e l’equilibrio socioeconomico del Paese è la crescita economica, per attuale la strategia di crescita del Governo, gioca un ruolo determinante la realizzazione del PNRR e la sua revisione.
Quali sono i settori su cui puntare? Innovazione e ricerca scientifica applicata, digitalizzazione, tecnologia, ma anche semiconduttori, pannelli fotovoltaici di nuova generazione, fabbricazione di batterie per auto elettriche.
La previsione sul tasso d’inflazione per i prossimi mesi è in calo; oltre alla misura del “Trimestre Anti-Inflazione”, a cui hanno già aderito oltre 23mila punti vendita in tutta Italia per calmierare i prezzi di una vasta gamma di beni di consumo, viene confermato, per il 2024, il taglio contributivo applicato nel 2023.
Infine, sul fronte fiscale la Legge di Bilancio finanzierà la prima parte del passaggio dell’IRPEF a tre aliquote e il mantenimento della Flat Tax per partite IVA e professionisti con ricavi inferiori a 85mila euro.
Tuttavia, nella NADEF si aprono quattro scenari che potrebbero complicare proprio la previsione della crescita economica già rivista al ribasso, ovvero: un andamento più debole del commercio mondiale; un maggiore apprezzamento dell’euro; un prezzo più alto del petrolio e l’allargamento dello spread.
È possibile che non ci siano scuole di pensiero economiche alternative che ci facciano allontanare da questa crescita intorno all’1% che ci portiamo dietro da un ventennio? Io credo di sì.
Maria Luisa Visione
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