Nuova bufera in arrivo in Toscana e anche su Siena: in poche ore si sono dimessi il direttore generale di ChiantiBanca Andrea Bianchi, che ‘di comune accordo’ con l’istituto di credito chiude un rapporto di oltre trent’anni e cinque consiglieri: Claudio Corsi , Aldemaro Becattini, Mauro Fusi, Stefano Mecocci, Leonardo Viciani. Due di loro, Corsi e Mecocci, sono i due vicepresidenti.
Il Cda, presieduto da Lorenzo Bini Smaghi si è trovato così ad affrontare una situazione pesante dovuta, a quanto pare, ad un bilancio che va a chiudersi con gravissime perdite. Si tratterebbe di 80 milioni di euro.
Il primo passo è stato quello di cooptare la professoressa Elisabetta Montanaro, docente di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università di Siena, quale membro del Consiglio di amministrazione. La professoressa Montanaro è stata nominata Vicepresidente di ChiantiBanca.
Il Consiglio di amministrazione ha dunque “preso atto delle dimissioni dei consiglieri Claudio Corsi, Aldemaro Becattini, Mauro Fusi, Stefano Mecocci, Leonardo Viciani. Tutto il Consiglio di amministrazione si unisce al Presidente nel ringraziare i consiglieri uscenti per il lavoro svolto in questi anni che ha consentito a ChiantiBanca di diventare banca di riferimento per l’intero territorio della Toscana” si legge in una nota trasmessa dalla stessa banca. E poco prima un’altra comunicazione ufficiale frendeva noto che “ChiantiBanca e il Direttore Generale Andrea Bianchi hanno deciso di comune accordo di concludere il rapporto di collaborazione. Dopo 32 anni, durante i quali Bianchi ha percorso tutta la propria carriera all’interno della Banca e l’istituto è cresciuto fino a diventare una delle realtà bancarie regionali più importanti, Bianchi intende infatti intraprendere percorsi professionali autonomi.
“A nome di tutta la Banca – ha detto il presidente di ChiantiBanca, Lorenzo Bini Smaghi – ringrazio il Direttore Generale Andrea Bianchi per il contributo che ha dato in tutti questi anni, dalla fusione tra Banca del Chianti Fiorentino e Bcc Monteriggioni fino all’incorporazione di Banca di Pistoia e di Banca dell’Area Pratese. Un percorso che ha consentito a ChiantiBanca di assumere una rilevanza di banca del territorio per l’intera Toscana”.
Alla dichiarazione formale del presidente ha fatto seguito quella del direttore generale. Una comunicazione che però stride con la situazione che si è creata e suona più come un saluto a denti stretti che non come una sereno arrivederci. Soprattutto guardando al contesto che vede i due vicepresidenti e altri tre membri del Cda dimissionari. “Ringrazio il Presidente Bini Smaghi – ha detto Andrea Bianchi – e tutti i Consigli di amministrazione con i quali ho collaborato nei 18 anni durante i quali ho avuto la responsabilità di dirigere la banca. Ringrazio in particolare tutti i dipendenti e i collaboratori per la capacità che hanno dimostrato nell’integrare le cinque Bcc che hanno portato alla costituzione dell’attuale ChiantiBanca. Tutti insieme, l’abbiamo fatta crescere da piccola banca di paese a partner di famiglie, artigiani, imprese e fattore di sviluppo per l’intera Toscana. Dopo tanti anni, è arrivato il momento di cercare nuovi stimoli professionali e accettare nuove sfide”.
ChiantiBanca si è sviluppata dall’unione di cinque banche cooperative, passando dai sette sportelli dell’originaria Banca del Chianti Fiorentino ai 52 attuali. Oggi ha un capitale di quasi 10 volte rispetto a quanto aveva nel febbraio 1999, quando Bianchi divenne Direttore Generale. Il bilancio del 1998 chiudeva con un totale attivo di 217 milioni di euro, rispetto ai circa 3,7 miliardi attuali. La raccolta è oggi circa 3,1 miliardi di euro (era di 201 milioni di euro), mentre gli impieghi toccano i 2,6 miliardi (erano 129 milioni di euro). I dipendenti non superavano le 40 unità contro i 457 di oggi.