Opera del Duomo: tornano all’antico splendore le tavole di Giovanni di Paolo, saranno esposte nel museo

Due capolavori tornano all’antico splendore grazie alla volontà dell’Opera del Duomo di Siena e all’impegno del Rotary Siena Est: sono la Vergine Maria e il San Giovanni Evangelista dolenti, due tavole di Giovanni di Paolo che tornano oggi ad essere esposte al Museo della Fabbriceria per studiosi, appassionati d’arte e visitatori.

La loro bellezza sarà esaltata grazie anche alla nuova illuminazione delle vetrine in cui le opere saranno conservate.

Di qualche migliaio di euro è il finanziamento per il restauro da parte dell’associazione. Il service fu deciso nel 2022 dall’allora presidente Lorenzo Gaeta ed è stato portato a termine dall’attuale vertice Pietro Florio.

“La proficua conclusione del progetto di restauro delle opere di Giovanni di Paolo ha indotto me, il consiglio direttivo e i soci del nostro club a voler continuare e approfondire il rapporto di collaborazione con l’Opera della Metropolitana – ha detto-, lanciando un nuovo ‘service’ volto al recupero di un altro bene appartenente al suo complesso artistico-monumentale, che potremo individuare di comune accordo, nella certezza che questa collaborazione possa contribuire alla conservazione e allo sviluppo del patrimonio culturale della nostra città”.

L’intervento è stato condotto da Cecilia Caporali, restauratrice dell’Opera della Metropolitana di Siena, che si è presa cura di questi capolavori assieme a un team di professionisti interni ed esterni: il tecnico del restauro Daniele Butti; il restauratore Ciro Castelli, che ha fornito un contributo preziosissimo per il risanamento dei supporti lignei; Ilaria Muzii per le ricerche storiche; Enrico De Benedetti, capo area tecnica dell’Ente, che ha sovrinteso le operazioni.

Nel San Giovanni “è stata rilevata la presenza di piccole strisce di oro rimaste intatte lungo i bordi delle mani intrecciate, un dettaglio che suggerisce che la tavola originale fosse dorata. Questo, unito alla tipologia stilistica delle figure e al danneggiamento dei profili, conferma che i due dolenti facevano probabilmente parte di una composizione più ampia – si spiega-. Le analisi scientifiche non invasive di imaging e documentazione fotografica sono state condotte da Bruno Bruchi, Andrea Sbardellati e Teobaldo Pasquali. Il loro lavoro si è rivelato fondamentale per la ricostruzione della storia dei due “dolenti” e per orientare le attività conservative”.

Le opere, si spiega ancora, “si presentavano fortemente danneggiate a causa di una rovinosa caduta e il restauro si è occupato del risanamento e consolidamento del supporto, intervenendo sul retro dei dipinti. Hanno poi fatto seguito le fasi che generalmente accompagnano il recupero della pittura: il consolidamento del colore, la pulitura, la stuccatura delle lacune e l’integrazione pittorica”.

La funzionaria restauratrice Letizia Nesi e Isacco Cecconi della Soprintendenza hanno seguito passo dopo passo il restauro e sotto la loro supervisione sono state prese tutte le decisioni più importanti.

Le due opere, rese di nuovo interamente leggibili, tornano a essere esposte all’interno del Museo dell’Opera del Duomo di Siena e vengono così restituite alla pubblica fruizione di studiosi, appassionati d’arte e visitatori, che potranno apprezzarne la bellezza grazie anche alla nuova illuminazione delle vetrine in cui le tavole saranno conservate.

“L’Opera della Metropolitana  – ha dichiarato il rettore Giovanni Minnucci – è molto grata al Rotary Siena Est, e ai due president che si sono succeduti nell’incarico, per la grande e tangibile attenzione che hanno voluto riservare alle attività dell’ istituzione, così consentendo il raggiungimento di risultati indiscutibili per la tutela e la conservazione del patrimonio artistico affidato alla Fabbriceria senese”.

Ad illustrare i contenuti storico artistici dei due “dolenti” è stata Laura Bonelli, storica dell’arte e curatrice di attività culturali di Vernice Progetti.