Otto opere raccontano San Bernardino da Siena, straordinaria mostra al Museo Diocesano
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Un crocifisso ligneo dalla bellezza severa e struggente, un trigramma dorato che splende come emblema di fede, una lettera autografa carica di umanità e devozione: sono questi alcuni dei capolavori e documenti eccezionali che compongono “Nel suo nome: San Bernardino da Siena. Annunciatore e testimone della Carità”, la mostra che dal 17 giugno al 2 novembre anima il Museo Diocesano dell’Arcidiocesi di Siena, negli spazi dell’Oratorio di San Bernardino.
Fulcro dell’esposizione sono alcune opere inedite, autentiche gemme dell’arte sacra e della memoria storica. Spicca tra tutte un Crocifisso ligneo attribuito ad Alberto di Betto d’Assisi, scultore raffinato legato al gusto gotico internazionale. Restaurato di recente, il crocifisso colpisce per la sua sobria potenza iconica: secondo la tradizione, fu proprio San Bernardino ad utilizzarlo durante le sue prediche pubbliche, e un suo dettaglio compare in una celebre tavola di Sano di Pietro che raffigura il Santo in Piazza San Francesco.
Accanto a questo capolavoro si colloca la Tavola con il trigramma “IHS”, simbolo inconfondibile della predicazione bernardiniana, che riflette la forza comunicativa del Santo e la sua capacità di condensare il Vangelo in un segno potente, universale. Di straordinario impatto visivo è anche la tela di Bernardino Mei, che rappresenta con afflato barocco la Processione delle reliquie in Piazza del Campo, un’opera che fonde il fervore religioso con l’identità civica senese.
Altrettanto suggestivo è il Reliquiario del coltello e dei precordi, realizzato da un argentiere senese nel XVIII secolo: un oggetto di squisita fattura orafa che custodisce, secondo la tradizione, le reliquie del Santo e ne testimonia la duratura venerazione popolare. A completare il percorso, una selezione curatissima di documenti d’archivio di eccezionale valore, tra cui una rarissima lettera autografa di San Bernardino indirizzata a una religiosa senese del XV secolo, ricca di spiritualità e attenzione pastorale.
Il percorso espositivo si chiude con una sezione dedicata alla fortuna critica contemporanea del Santo, attraverso due volumi a stampa dei secoli XVIII e XX che ne ricostruiscono l’eredità religiosa e culturale, ancora oggi viva e attuale.
Questa mostra, parte della rassegna nazionale “Nel Tuo nome l’arte parla di comunità” promossa dalla CEI per il Giubileo 2025, non è solo un’esposizione d’arte, ma un vero itinerario spirituale, che restituisce con equilibrio e profondità la complessità e la ricchezza della figura di San Bernardino da Siena. Un invito a riscoprirlo non solo come santo e predicatore, ma come testimone ardente di carità, promotore di pace e precursore di un’idea di comunità fondata sulla solidarietà e sulla fede.
L’esposizione è stata ideata e curata dall’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi, con il supporto di Opera Laboratori e dell’Opera della Metropolitana di Siena, e resa possibile anche grazie al sostegno dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Inoltre, il Museo Diocesano fa parte del circuito Fondazione Musei Senesi.
“Pensare a San Bernardino, uno dei grandi santi che ha portato il nome della città nella storia e nel mondo, è significativo. Ha vissuto e predicato qui a lungo, e riportarlo idealmente nel suo oratorio è qualcosa che gli apparterrà per sempre”, le parole dell’arcivescovo di Siena, il cardinale Augusto Paolo Lojudice.
“La mostra è una piccola preziosa che apre un paesaggio che va ben oltre i limiti fisici della stessa esposizione”, ha evidenziato Don Enrico Grassini, direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi nel presentare l’iniziativa.
In mostra “otto opere – pittoriche, scultoree e di oreficeria – che raccontano, attraverso questi manufatti piccoli ma di straordinario valore, chi è stato San Bernardino, cosa ha rappresentato per la città di Siena e quale sia ancora oggi l’attualità del suo messaggio. Due volumi a stampa, uno del 1774 e l’altro il celebre Mistici Senesi di Misciattelli, testimoniano la devozione nei secoli e mostrano come il pensiero e l’eredità spirituale di San Bernardino si siano impressi profondamente nella cultura locale senese”, dice Federico Nassi, uno dei curatori.