Palio, il sindaco: “Condivido totalmente la lettera del Magistrato. Le motivazioni della sentenza sui contradaioli? Una ferita”

Quella presa di posizione comune “la avrei voluta scrivere io stessa. Alcune espressioni e considerazioni, in effetti, le avevo già espresse. Perché questa vicenda, come sappiamo, non nasce all’improvviso, non è spuntata come un fungo negli ultimi giorni, né negli ultimi mesi: viene da lontano. In molte di quelle parole mi riconosco pienamente. Le ho pronunciate come Rettore, come Presidente del Consorzio per la Tutela del Palio, e anche quando fui chiamata a testimoniare in questo processo”.

Il sindaco Nicoletta Fabio, si unisce alla voce del Magistrato delle Contrade: ieri, in una nota, i 17 priori hanno commentato le motivazioni della sentenza dello scorso 24 febbraio, per i fronteggiamenti avvenuti per la Carriera di luglio del 2018.

Una sentenza che ha rappresentato un vero spartiacque nella storia del Palio: otto contradaioli, sette del Nicchio e uno del Valdimontone, sono stati condannati penalmente.

“In quelle motivazioni, francamente, ho percepito una ferita – ha proseguito il sindaco – . Una ferita al nostro orgoglio di senesi, al nostro modo di concepire il Palio come una festa che comprende rituali forse difficili da comprendere per chi non è nato e cresciuto in questa città. Ma noi, quei rituali, li abbiamo conquistati con il tempo, con l’impegno, adattandoli – per quanto possibile – all’evolversi dei tempi – prosegue-. Le contrade esistono perché sono autentiche. L’autenticità, la sincerità, la spontaneità dei comportamenti e il rispetto reciproco tra contradaioli, presenti in tutti i momenti dell’anno, sono il vero fondamento della nostra festa. È proprio questa spontaneità che ci ha salvato dal diventare una semplice rievocazione storica – definizione che, francamente, non ci appartiene. L’auspicio è che questa situazione, così complessa, non rovini la serenità dei giorni che ci attendono – continua. Anzi, che possa diventare un’occasione per stringerci ancora di più nella difesa del nostro modo di essere”.

Viva la protesta del primo cittadino, come viva è stata la protesta del Magistrato delle Contrade, verso il giudizio tranciante espresso nella sentenza verso l’operato della polizia municipale.

“I nostri vigili sono un anello insostituibile della catena paliesca. Sono un punto di riferimento per l’amministrazione, ma anche per i cittadini e per i contradaioli nei giorni del Palio. Lo so, può sembrare una banalità, ma è la verità – aggiunge il primo cittadino-. Anche per loro, questa è una ferita. Una ferita che mi spinge, ancora una volta, a valorizzare il lavoro della nostra Polizia Municipale, le nostre “guardie di città”, come amiamo chiamarle. Colgo quindi l’occasione per esprimere loro tutto il mio apprezzamento, la mia vicinanza, la mia solidarietà e, soprattutto, la mia fiducia”.

Un confronto con la Procura e con il Tribunale? “Io credo che le spiegazioni, a parole, lascino spesso il tempo che trovano – la risposta del sindaco- . Torno con la memoria alla mia testimonianza del 2020: fu, per me e per chi rappresentavo, un momento quasi umiliante. Sentivo una distanza incolmabile. Ma per capire questa festa bisogna viverla, osservarla senza pregiudizi, calandosi nella nostra realtà quotidiana. Le parole possono anche essere molte, ma rischiano di non essere convincenti se non supportate da una reale comprensione”.

“A Siena abbiamo smesso da tempo di pensare di vivere in una Repubblica a parte. Siamo consapevoli che i tempi cambiano e che ci sono leggi da rispettare. Ma anche le leggi, e le parole usate nelle sentenze, devono essere contestualizzate – ha proseguito il sindaco -. E per farlo, bisogna conoscere davvero questa festa, le contrade, la vita che ci gira intorno tutto l’anno – non solo nei giorni del Palio, che rappresentano sì l’apice, ma non l’intero sistema”.

Marco Crimi