Palio, le pagelle dei fantini

 

Le pagelle dei fantini per il Palio dell’Assunta: voti che non vanno sotto al 4 e non arrivano a 10 perché nessuno lo ha meritato.

 

Carlo Sanna detto Brigante (Oca): Gestisce una mossa certo non facile con l’avversaria che non dà tregua poi al primo San Martino il suo Palio finisce, nell’intruppata e col cavallo della Giraffa che è l’ostacolo che non riesce a evitare. Il Palio lo fa Zio Frac, scosso. 7

Giovanni Atzeni detto Tittia (Giraffa): quando entra la rincorsa (della quale è stato il grande artefice) è il primo a uscire dai canapi facendo sembrare a tutti che l’esito della corsa fosse già scritto. Ma al primo San Martino il suo Palio finisce, in maniera incolpevole. 8

Giosuè Carboni detto Carburo (Torre): Ha vinto l’avversaria, da questo si deve partire ma se in tutta questa situazione il popolo della Torre può avere una soddisfazione è quella del giubbetto onorato fino alla fine, davvero. Ha eseguito gli ordini tra i canapi, ha fatto una corsa cercando anche di alzare lo scosso dell’Oca cadendo rovinosamente all’ultimo Casato. 8

Jonatan Bartoletti detto Scompiglio (Pantera): Un Palio sfortunato fin dalla mossa dove però è stato bravo a reggere gli attacchi dell’avversaria. Poi la presa della prima posizione e la possibilità di galoppare in serenità, cavallo in mano. La perdita del ferro è stata la fine del suo Palio e di quello della Pantera. 8

Andrea Coghe detto Tempesta (Drago): Una corsa comunque lottata, ha provato a fare il suo Palio. 6

Federico Guglielmi detto Tamurè (Istrice): Palio difficile fin dall’inizio, data la rincorsa e poi purtroppo non si può dire altro perché la sfortuna ci ha messo del suo. Un 6 di incoraggiamento lo merita.

Valter Pusceddu detto Bighino (Aquila):  Difficile dare a Bighino un voto sufficiente. Assolve tra i canapi il suo compito, anche troppo considerando che con quel cavallo poteva pensare di fare altro ma se non avesse perso un ferro Anda e Bola, oggi probabilmente la storia del Palio sarebbe stata scritta con altri colori. 4

Sebastiano Murtas detto Grandine (Tartuca): Alla mossa sicuramente svantaggiato e dalla posizione bassa per cui era facile essere strizzati allo steccato e dall’avversaria che lo lascia dietro sempre, e lo lascia al canape quando la mossa è valida. Sfortunato ma anche troppo poco reattivo. E con Schietta il Palio della Tartuca poteva essere diverso, invece il  giubbetto giallo e turchino non si è visto. 4

Giuseppe Zedde detto Gingillo (Chiocciola): Alla mossa si mette sempre davanti all’avversaria e riesce a lasciarla al canape. Poi tenta la sua corsa. 6

Enrico Bruschelli detto Bellocchio (Bruco): Il suo è probabilmente il Palio più bello di tutti. Alla mossa si trova in posizione bassa tra due avversarie e cerca subito di non ‘finire’ Zenis tra Tartuca e Chiocciola, defilandosi non senza mostrare palesemente anche la linea strategica scelta, mettendosi spesso davanti alla Tartuca così come poco dopo succede nelle posizioni più alte tra Aquila e Pantera. Nonostante la gestione strategica al canape, riesce anche a fare una corsa di cuore (e ha trovato diversi intoppi) che permette alla Contrada di via del Comune di essere fiera perché il fantino ha onorato il giubbetto. Il figlio d’arte sta venendo fuori con la laurea che ha preso all’università di Valiano.  8