Paolo Canocchi (Colle di Val d’Elsa):”Vergognosi gli scioperi, non si cede”

Colle Val d’Elsa: il sindaco a ruota libera sui problemi del Comune e sulle risorse. E non risparmia commenti al vetriolo

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Sono passati più di trentasei anni dalla sua elezione a sindaco di Colle di Val d’Elsa e oggi come allora Paolo Canocchi, grazie ai consensi ottenuti nelle elezioni del 2014, si trova di nuovo alla guida della sua città. Una città dal grande potenziale ma che, come altre, risente degli effetti dilaganti della crisi. Tra lavori in corso, questioni da risolvere ed iniziative future, abbiamo cercato insieme al sindaco di fare il punto della situazione.
Quando termineranno i lavori alla scuola elementare di Sant’Andrea?
“I lavori sono quasi finiti e nei prossimi giorni sarà possibile riconsegnare i locali alla scuola”.
Parlando invece di lavori mai terminati, c’è stato un qualche sviluppo dell’affare Fabbrichina?
“Purtroppo no. Tutto è ancora invariato”.
Cosa c’è alla base dei recenti scioperi della polizia municipale?
“Premesso che considero il carattere di tali manifestazioni vergognoso, la materia oggetto della contesa sindacale concerne, da un lato, la richiesta che una parte dei soldi ricavati dalle multe sia impiegata per la previdenza integrativa dei dipendenti, anziché per la sicurezza stradale ed urbana; dall’altro, la rivendicazione di 35 ore lavorative, invece di 36. Per quanto riguarda la prima questione, posso dire che non verrà mai accolta; per le 35 ore, abbiamo invece prospettato una soluzione a misura di legge in sede di accordo decentrato ma, al momento, non trova il favore delle organizzazioni sindacali”.
Come si sta muovendo il comune per animare la vita cittadina di Colle di Val d’Elsa?
“Le iniziative in tal senso di certo non mancano e gli eventi organizzati in passato hanno avuto un indubbio successo, attirando migliaia di persone. Siamo soddisfatti. Stiamo promuovendo inoltre con le associazioni dei commercianti una serie di attività per il periodo natalizio, sperando che siano fruttuose come le precedenti”.
Cosa può offrire Colle di Val d’Elsa ai giovani, professionalmente parlando?
“Per quanto la situazione continui ad essere molto critica, si registra qualche movimento nel settore edile, in quello manifatturiero in genere, ma soprattutto nell’attività terziaria, rappresentata in primis dal turismo, che costituisce una risorsa importante per la nostra città. Dal canto nostro, cerchiamo di incentivare le iniziative imprenditoriali e di creare opportunità lavorative anche attraverso la pubblicazione di bandi. Per contrastare gli effetti della crisi e dell’assenza di lavoro contiamo, inoltre, sul contributo della Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa (Ftsa) che gestisce per conto dei cinque comuni della Valdelsa tutti i servizi sociali”.
Altra questione gravosa è l’emergenza migranti, come la state affrontando?
“Anche noi, come altri comuni, stiamo ospitando un certo numero di migranti, profughi e richiedenti asilo. D’accordo con la prefettura abbiamo scelto di gestire piccoli gruppi e di fare a meno di soluzioni di maggiore portata prospettate da operatori commerciali. Sebbene il comune non abbia nessuna competenza in materia, pretendiamo che sia coinvolto nelle decisioni che vengono e che verranno prese da chi di dovere. Premettendo che non vogliamo chiudere le porte a nessuno, chiediamo però una gestione di tipo diverso, che permetta un miglior inserimento e una maggiore partecipazione di queste persone alla vita di comunità, anche attraverso lo svolgimento di attività lavorative a ristoro di quello che la collettività offre loro”.

Giulia Montemaggi