“Sono un figlio di Sant’Agostino” ha detto alla folla esultante che ha riempito in poco più di mezz’ora piazza san Pietro.
E come agostiniano ha parlato dall’inizio alla fine, ha parlato di una chiesa missionaria, sinodale, che costruisce ponti e dialogo, aperta al dialogo a braccia aperte, e al mondo si è presentato così dalla Loggia delle benedizioni: “La pace sia con tutti voi. Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo risorto, il Buon Pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anche io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel nostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi” .
“Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma. Il Papa che benediva Roma, dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua – ha detto ancora Prevost -Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio ci ama tutti e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo, Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della Sua luce. L’umanità necessita di lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal Suo amore. Aiutateci anche voi, gli uni e gli altri a costruire ponti con il dialogo, con l’incontro. Unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a Papa Francesco!”, ha aggiunto ed è partita un’ovazione dalla piazza.
Per la prima volta durante il primo saluto del Papa, si recita l’Ave Maria.
E l’invocazione più forte di tutte: “Una pace disarmata e una pace disarmante”.
In questi giorni il suo nome era stato inserito tra gli outsider oltre ai sei nomi sulla bocca di tutti. Quello che papa Francesco aveva nominato a capo del dicastero dei vescovi è stato eletto267esimo papa. Il suo è un profilo internazionale visto come l’unione tra il nord e il sud del mondo: origini europee ma nato a Chicago 70 anni fa, Prevost è stato nominato vescovo di Chiclayo, in Perù: Bergoglio gli aveva riconosciuto la sua dedizione e il suo servizio nella regione. Successivamente, nel 2020, è stato nominato amministratore apostolico della diocesi di Callao. Attualmente, come prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina ha avuto un ruolo cruciale nella selezione e nella supervisione dei vescovi a livello globale, influenzando significativamente la realizzazione della riforma della Chiesa sognata da Bergoglio.
Proprio in questi giorni il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, aveva puntato il dito contro Trump riguardo alle elezioni del papa e a presunte pressioni per l’elezione di un papa gradito e di certo l’immagine creata con l’intelligenza artificiale creata dal presidente degli Stati Uniti e pubblicata dai social della Casa bianca, un Trump vestito da pontefice, ha destato non poche polemiche e, allo stato attuale, battute sarcastiche.
Una curiosità: prima di diventare cardinale, Prevost ha visitato Siena e preso parte all’ordinazione di una monaca all’eremo di Lecceto (nelle foto, sotto). Era il 2013.
Katiuscia Vaselli
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