Più internet, meno amici e disturbi mentali: un commento ai recenti dati emersi dal Report Istat 2024 e dall’Unicef.
L’era digitale ha rivoluzionato il modo in cui viviamo, lavoriamo e comunichiamo. Tra i cambiamenti più significativi c’è l’uso pervasivo di internet tra i giovani. Secondo il Rapporto 2024 dell’Istat, presentato a Palazzo Montecitorio il 15 maggio, tra i giovani dai 16 ai 24 anni regolari utenti del web, si è passati dal 46,7% del 2003 al 97,6% del 2023 Se da una parte tale connettività ha offerto opportunità senza precedenti per l’accesso all’informazione e alla comunicazione, dall’altra ha sollevato preoccupazioni riguardo ai suoi effetti negativi. Tra questi spiccano la riduzione delle interazioni sociali faccia a faccia, l’aumento dei problemi di salute mentale e un incremento della violenza online.
L’avvento dei social media ha “violentato” il concetto stesso di amicizia. Le piattaforme come Facebook, Instagram e TikTok hanno creato un mondo in cui i “like” e i “follower” possono essere interpretati come segni di popolarità e accettazione sociale, sebbene poi in realtà sembrerebbe proprio inibire la socialità, mancando le relazioni virtuali di profondità e autenticità che al contrario caratterizzano le interazioni di persona.
Lo stesso Report 2024 dell’Istat, alla voce “Le nuove generazioni”, ha rilevato che tra i giovani si è ridotta la frequentazione di amici intimi nella vita reale; si è passati dal 94,8% del 2003 a l’88% del 2023. Le conversazioni faccia a faccia, fondamentali per lo sviluppo di relazioni significative e di competenze sociali, stanno diventando sempre più rare. Questo isolamento sociale può portare a un senso di solitudine e alla difficoltà nel costruire rapporti di fiducia e supporto reciproco.
L’uso intensivo di internet è stato associato a un aumento dei problemi di salute mentale tra i giovani. L’esposizione continua a contenuti irrealistici sui social media può contribuire a sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima. Le immagini di vite apparentemente perfette e di corpi idealizzati possono causare un senso di frustrazione e depressione, soprattutto tra gli adolescenti.
Inoltre, l’uso eccessivo dello smartphone e dei social media è stato collegato a disturbi del sonno, ansia e stress. La costante necessità di essere connessi e aggiornati può portare a una forma di dipendenza, con conseguenze negative sulla concentrazione e sul rendimento scolastico. Anche i dati pubblicati dell’Unicef, in occasione della Settimana europea della salute mentale (13-19 maggio), non sembrano rosei. L’Unicef ricorda che, secondo la pubblicazione “Child and adolescent mental health – The State of Children in the European Union 2024”, circa 11,2 milioni di bambini e giovani al di sotto dei 19 anni nell’Unione Europea (ovvero il 13%), soffrono di un problema di salute mentale.
Tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione ed il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali).
Se è vero che internet offre innumerevoli benefici, alla luce di quanto evidenziato, è altrettanto importante riconoscerne i rischi, specialmente per le generazioni più giovani. Per mitigare gli effetti negativi, è fondamentale promuovere un uso equilibrato e consapevole della tecnologia. Per farlo però, oltre alle nobili intenzioni, occorrerebbero anche i fondi per realizzarli: nei Paesi dell’Unione Europea gli investimenti nei servizi per la salute mentale sono esigui rispetto a quelli per la salute fisica, come se non ti tenesse conto che ciò che “fa impazzire” può portare a morire. È necessario pertanto porre maggiore enfasi sull’affrontare le cause profonde dei problemi di salute mentale attraverso iniziative di prevenzione e la promozione di una salute mentale. Genitori, educatori e politici devono collaborare per educare i giovani sui pericoli del web e per incoraggiare attività che favoriscano interazioni sociali autentiche e uno stile di vita sano. Solo attraverso un approccio multidisciplinare possiamo sperare di trasformare l’era digitale in un’opportunità di crescita e benessere.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Psicologia, Sessuologo, Psico Oncologo e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica
Professore a contratto Università degli Studi eCampus
www.jacopogrisolaghi.com
IG @dr.jacopo.grisolaghi