Sembra impossibile ma questo è il Paese dove la realtà supera ogni fantasia: ce lo racconta in prima persona Michele Campini, residente a Ponte a Tressa, che proprio nei giorni scorsi ha scoperto che quella che è casa sua, di proprietà, in realtà risulta in una lista di immobili confiscati.
“Tutto è successo per caso, poiché la bolletta per la bonifica del territorio non era ancora arrivata mia moglie ha chiamato il Consorzio di bonifica Toscana SUD per chiedere spiegazioni e con immensa sorpresa si è sentita rispondere che noi non dovevamo pagare nessuna bonifica poiché non risultavamo proprietari di nessun immobile.
Nel 2001 infatti ho acquistato casa dalla CESTEL S.P.A. alla quale nel novembre del 2020 la Corte di Appello di Palermo ha disposto la confisca di alcuni beni. Nell’agosto 2021 il Reparto PI di Siena ha trascritto l’atto (trascrizione n. 5610.1/2021) dopodiché tutti gli immobili elencati in questa trascrizione sono stati confiscati, incluso il mio. Naturalmente non è stato facile per me ricostruire i fatti e questo perché non abbiamo ricevuto nessuna raccomandata, nessuna lettera, nessuna email, nessun messaggino whatsapp e neanche un piccione viaggiatore.
In pratica in Italia possono confiscarti la casa che hai acquistato 21 anni prima senza dirti niente.
Dopo aver inviato diverse email e effettuato alcune telefonate ho scoperto di non essere l’unico a Ponte a Tressa con questo problema tant’è che alcuni hanno già iniziato un’azione di ricorso affinché le cose tornino al loro posto.
La cosa assurda è che per poter iniziare questo iter legale bisogna tirare fuori subito 5mila euro per gli avvocati (uno in loco e uno a Palermo) e non è garantito che siano sufficienti per correggere questo errore.
Perché di errore trattasi: a quanto pare negli atti ufficiali non è stata considerata una relazione aggiornata che elencava quelle che erano le proprietà effettive della CESTEL S.P.A. e quindi è stata disposta la confisca di un elenco di immobili non aggiornato/corretto.
E purtroppo anche se si tratta di un errore l’unico modo per correggerlo è pagare per fare un ricorso dopodiché non è automatico né certo che questi soldi ci vengano restituiti in qualche modo”.
Così, Michele Campini ha deciso di chiedere aiuto rendendo pubblica la sua storia: “Da quello che abbiamo capito siamo in parecchi ad essere coinvolti in questa triste vicenda ma ci sono parecchi che ancora non lo hanno scoperto e sarebbe deleterio scoprirlo da un eventuale ufficiale giudiziario che in futuro potrebbe presentarsi di persona con un provvedimento di sfratto o qualcosa di simile. Tanto per capirsi penso che più siamo meglio è.
Per fortuna nel 2001 ho acquistato con regolare contratto di compravendita da notaio con addirittura mutuo concesso dal Monte dei Paschi di Siena e questo fa da garanzia per il buon esito del ricorso che verrà presentato. Alcuni ricorsi sono già stati presentati perché alcune persone lo hanno scoperto mesi fa e comunque al momento ci stiamo rivolgendo ad un legale comune in Monteroni d’Arbia.
Però di fatto se uno volesse vendere casa non potrebbe farlo, infatti un condomino lo ha scoperto ad inizio anno proprio cosi perché nel momento in cui è andato a fare il preliminare di vendita è venuto fuori il problema”.
K.V.
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