Reazioni diverse per un’idea che fa già discutere. L’ipotesi di un calendario scolastico allungato alla fine di giugno 2021 che il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi avrebbe riportato ai suoi interlocutori durante le Consultazioni divide il corpo dei docenti senese.
La prima a parlare è Anna Cassanelli, segretario generale Flc-Cgil di Siena. Per Cassanelli l’idea di un prolungamento è “inutile e controproducente”. Da Draghi la sindacalista e professoressa si attende “maggiore attenzione verso altre questioni – spiega-. Su Siena abbiamo ancora il problema non risolto delle classi pollaio”. Inoltre “come si risolve il nodo degli esami di terza media e della maturità?”, si chiede Cassanelli che aggiunge “bisogna riuscire a creare le condizioni per cui i ragazzi riescano a recuperare le lacune, che si sono venute a creare con la Dad, durante l’anno”. Cassanelli conclude ricordando l’importanza di nuove assunzioni tra gli insegnanti.
“L’idea di rimodulare il calendario scolastico è sbagliata”, è l’opinione di Francesco Ricci, professore del liceo classico di Siena. “Nei nostri studenti, a dirlo sono, ad esempio – prosegue-, le ricerche condotte dal Regina Margherita di Torino, c’è un sofferenza profonda, che si esprime come depressione, ansia, atti di autolesionismo. Ciò di cui hanno bisogno è che questo anno scolastico finisca e, per quanto lo permetterà il contesto generale, riprendano una parvenza di vita normale”. Anche Ricci si pone una domanda: “Che vantaggio trarrebbero dal restare dietro i banchi tre o quattro settimane? Molti insegnanti impiegherebbero il tempo o per recuperare il programma che hanno dovuto sacrificare o, peggio, per fare qualche verifica in più, fino all’ultimo giorno-continua-, come se il programma o la valutazione fossero i problemi in mezzo a quella che anche il Santo Padre ha chiamato una catastrofe educativa”.
Differente è invece il parere di Andrea Sguerri, docente del liceo scientifico. “Sarò controcorrente, ma per me è sacrosanto”, esordisce così. “E ‘vero che lavoriamo in Dad, forse anche più di prima, ma è anche vero che tutti ammettiamo che, nonostante la fatica maggiore, quello che ha portato la didattica a distanza è meno rispetto alla didattica in presenza”. Sguerri aggiunge: “Non è del tutto sbagliato dire che qualcosa si è perso, per colpa della contingenza del caso. Non c’è niente di male nel pensare di allungare l’anno in modo che si possano affrontare determinati temi in maniera più calma, seria e paziente”,
MC