Protesta dei trattori, in 400 a Bettolle, gli organizzatori: “Ora l’incontro con il Governo”

Salvatore Fais e Andrea Papa, alcuni degli organizzatori della protesta degli agricoltori

La testa è all’uscita del casello A1 a Bettolle, la coda è in un campo a Farniole: così, con un ritmo cadenzato dalle urla di protesta e dal suono dei clacson, è iniziato e proseguirà fino a domenica il serpentone dei trattori al confine tra il Senese e l’Aretino.

Ogni trenta minuti sono partite le carovane con a bordo gli agricoltori che hanno viaggiato a passo d’uomo su un tratto di due chilometri e mezzo. La viabilità è stata rallentata ma il traffico non è stato del tutto paralizzato. Non era questo l’obiettivo di Riscatto agricolo, movimento dietro al carosello.

Quattrocento le persone presenti secondo lo stesso Riscatto agricolo. “Il fine ultimo è di essere ascoltati e di incontrare il Governo”, dice Andrea Papa, agricoltore senese e organizzatore del movimento che era presente stamani alla mobilitazione degli agricoltori. “Abbiamo visto numerose adesioni e già da stamattina, dalle 9, ci sono stati tanti convogli di trattori. I mezzi sono più o meno 350. Vediamo che c’è una bella affluenza”, ha aggiunto Papa.

A monitorare la situazione carabinieri, polizia municipale di Sinalunga, polizia stradale, guardia di finanza e personale Anas. I trattori hanno sfilato con le bandiere italiane e con alcuni cartelli dove si leggeva “No farm no food”, “Coltiviamo futuro no speranza”, “Incolti sarete voi, no la mia terrà”. Chiaro il j’accuse verso le politiche Ue che regolamentano il settore, ma dietro la mobilitazione non c’è solo questo.

“Non ce la facciamo più a sostenere i costi delle aziende. Ed ecco perché siamo arrivati a questo. Il contadino è molto individualista ma per essere qui oggi vuol dire che non ce la facciamo più. I prezzi delle materie prime sono aumentati e quelli dei nostri prodotti sono calati”, è il grido di dolore di uno dei manifestanti.

“Al Governo chiediamo che ci riconosca il fatto che lavoriamo tutti i giorni per fornire il cibo agli italiani e per mantenere il territorio. Non vogliamo sussidi ma il riconoscimento di un giusto prezzo al nostro prodotto”, attacca un altro.

Alla manifestazione era presente anche un agricoltore con il proprio asino. “A portare un trattore e a metterlo in moto sono capaci tutti – dice ai giornalisti – . Con un somaro bisogna invece fare una serie di documentazioni. E poi va caricato…”.

MC