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Proteste dei trattori, guerriglia urbana a Bruxelles. Il racconto di un agricoltore: “Oggi ero lì. La Ue ha visto la nostra rabbia”

“Ho visto la rabbia degli agricoltori di tutta Europa che hanno provato ad entrare nel Parlamento Ue. Mi sono trovato nel mezzo dei lacrimogeni. Sono anche entrato in farmacia per acquistare collirio e aiutare gli altri che erano con me”.

Il racconto è di Marco Paganelli, imprenditore lucchese e membro di Agricoltori italiani. Paganelli è testimone diretto, insieme ad altri trenta componenti del suo gruppo, delle scene di guerriglia urbana che sono avvenute stamani a Bruxelles. I trattori hanno cercato di entrare nel quartiere europeo della capitale belga e i manifestanti si scontrati con i gendarmi.

Con lui, uno dei pochi toscani in Belgio, erano presenti imprenditori agricoli francesi, tedeschi, polacchi e rumeni. La prospettiva dunque è quella di una protesta che diventi comunitaria. “Portiamo insieme la stessa battaglia. Siamo sulla stessa barca”, spiega.

Da qui le richieste all’Unione Europea. “Va cambiata la Pac che è scandalosa- continua-.  E dobbiamo bloccare l’entrata di prodotti non paragonabili a quello del mercato italiano”. Un’accusa è mossa anche alle associazioni di categoria: “Non ce ne è una che appoggiato le nostre battaglie. C’hanno snobbato e non hanno mai creduto nella nostra protesta”.

A Bruxelles stamani era presente tra l’altro una delegazione di Coldiretti Siena. Meno burocrazia, stop all’aumento dei costi per il settore e all’obbligo dei terreni incolti, più aiuti contro l’aumento dei tassi d’interesse: queste alcune proposte dell’associazione di categoria.

Un centinaio gli agricoltori ed allevatori partiti dalla Toscana al fianco del presidente nazionale Ettore Prandini e della presidente regionale, Letizia Cesani.

“Le misure, anticipate da Prandini in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, puntano innanzitutto – sottolinea Coldiretti Toscana – a porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli. Coldiretti chiede dunque di eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente”.

MC

marco crimi

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