Gli ultimi dati Eurostat certificano che la nostra vita lavorativa in media cresce e diventa 32,9 anni. Nella classifica UE esattamente 4 anni in meno. Eppure, in diversi vantano un periodo di tempo ben più lungo trascorso al lavoro, vicino ai 40 anni di attività, utili per la pensione anticipata.
Un dato che, chiaramente, raccoglie la media di tutti, sia chi è in attività che chi non lo è, partendo dall’età di 15 anni. Proprio per questo è termometro di una larga disomogeneità. Incide, a parere dell’Eurostat, la scarsa durata della vita lavorativa attesa per le donne, seppur salita di 7 anni dal 2000 ad oggi, ovvero appena 28,3 anni nel 2023 a fronte dei 34,7 medi dell’UE.
Penso, però, che incida anche l’uscita dei giovani dalla famiglia di origine e il tempo effettivo in cui si raggiunge la piena indipendenza economica. Se guardiamo ai Dati Istat, le donne diventano autonome all’età di 31 anni, 3 anni prima degli uomini. È chiaro che, se partiamo dal dato medio e aggiungiamo gli anni passati al lavoro ancora c’è una sorta di coerenza con quella che oggi è l’età di pensione anticipata media. Ma, proiettando lo sguardo alle nuove generazioni, per le quali il fenomeno delle carriere discontinue e delle interruzioni lavorative incide fortemente insieme all’allungamento dell’aspettativa di vita, i 71/74 anni di cui si parla per andare in pensione di vecchiaia sono comunque un paradosso per il ciclo di vita economico. Il periodo di tempo, cioè, in cui si massimizza il capitale umano trasformandolo in risparmio e ricchezza attraverso l’attività lavorativa.
Il problema, infatti, nasce in seguito all’ammontare dell’assegno pensionistico a tendere, determinato, per i giovani di oggi, totalmente dal sistema contributivo e dai versamenti effettivi alla previdenza.
Ecco perché il reddito percepito diventa l’origine della disuguaglianza salariale del futuro, laddove già nel presente è di importo basso.
Guardando ai dati lo stipendio medio in Italia su 13 mensilità è di 1.818€ per gli impiegati e 1.524€ per gli operai; per i dirigenti è 4.473€ netti e per i quadri è 2.668€ (Fonte: Elaborazione Forbes Advisor su dati JP Salary Outlook I e Osservatorio JobPricing).
Quali sono i settori che offrono gli stipendi più alti in Italia?
Il maggior reddito è correlato con la più alta qualifica professionale. Ancora troviamo in pole position Banche e servizi finanziari; seguono: Ingegneria, Farmaceutica, Biotecnologia, Telecomunicazioni, Assicurazioni, Oil & Gas, Servizi Consulenza IT e Software. Mentre, in generale, il salario scende per i settori relativi ai servizi alla persona, alla ristorazione e in ambito alberghiero.
A che età in media si ha lo stipendio più alto? 55-64 anni(Fonte: Elaborazione Forbes Advisor su dati Osservatorio JobPricing). Quindi, in allineamento con il crescere dell’età, con il ciclo di vita economico allungato in avanti e con la maggioreesperienza acquisita. Fino ad un certo punto, però.
Permane il divario territoriale tra Nord e Sud, con uno stacco medio sulle retribuzioni di ben 14 punti percentuali in più a favore del Nord.
Stando ai numeri, lavorare per quasi 33 anni non è dunque un’opzione.
E tu, quanti anni vorresti dedicare al lavoro?
Maria Luisa Visione