La normativa europea, successivamente recepita da quella italiana (D. Lgs. 152/2006), ha da tempo indicato l’obiettivo minimo del 65% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, da raggiungere entro il 2012 (mentre il 45% doveva essere raggiunto nel 2008). Da allora sono passati dieci anni e a livello nazionale siamo ancora al 63% (dati 2020).
Complessivamente la Toscana ha raggiunto nel 2020 il 62,15%, con un incremento di oltre il 10% rispetto al 2016. La nostra regione nel panorama nazionale, nel 2020, si colloca ancora al disotto della media nazionale, ed è al 12° posto su 20 regioni per la percentuale di raccolta differenziata.
I dati però permettono un livello di approfondimento molto più dettagliato, sia a livello provinciale che dei singoli comuni. Solo quattro province (Lucca, Prato, Pisa e Firenze) su 10 hanno raggiunto e superato il livello del 65%.
Considerato che la Regione Toscana si proponeva addirittura di raggiungere il 70% di raccolta differenziata nel 2020, questi dati mostrano con chiarezza che – se non si vuole che questi obiettivi rimangano dichiarazioni sulla carta e basta – sono necessarie politiche mirate puntuali rivolte a premiare e sanzionare gli amministratori locali in relazione ai loro comportamenti. Poiché non si tratta di inventare niente, perché le politiche efficaci in termini di raccolta differenziata sono state realizzate in varie parti d’Italia, e nella stessa Toscana, occorre, che la Regione definisca una road map chiara e precisa, comune per comune, affinché su tutto il territorio regionale ci si attesti sui valori adeguati.
Ma vediamo in dettaglio la situazione dei 35 comuni della provincia di Siena. Nel 2020 15 comuni rispettavano l’obiettivo del 65%, quasi raddoppiando quelli che già lo facevano nel 2019; di questi dieci avevano una percentuale pari o superiore al 70%. Al contrario i comuni “reprobi” come meno del 45% negli ultimi due anni sono passati da dieci a sei. Nel mezzo tutti gli altri.
Dei cinque comuni con più di diecimila abitanti solamente il meno popoloso, Sinalunga, raggiunge e supera il 65% di differenziata, ed il capoluogo Siena si ferma alle soglie del 50%.Per poter raggiungere livelli più elevati è indispensabile operare con decisione, compiendo scelte impegnative, ma che l’esperienza ha dimostrato essere le uniche che davvero funzionano, è il caso di un comune come Empoli, che ha una quantità di popolazione molto simile a Siena, che già da molti anni registra una percentuale di raccolta differenziata superiore all’80% grazie al servizio di raccolta porta a porta che interessa tutto il comune.
Marco Talluri*
*Marco Talluri è un giornalista e comunicatore, attivo sul blog Ambientenonsolo. Ha lavorato dal 1978 nel campo della comunicazione e informazione, prima, dal 1988 al 2003, come responsabile di ATAF, azienda di trasporto pubblico, poi, dal 2003 a fine marzo 2021, di ARPAT, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. In tale veste ha coordinato dal 2015 la rete dei comunicatori del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA). È stato direttore responsabile di Nonsolobus, pubblicazione informativa di ATAF e di Arpatnews, notiziario quotidiano ARPAT. È stato vice direttore della rivista mensile “Trasporti pubblici” di Asstra, associazione nazionale delle aziende di trasporto pubblico, nonché coordinatore della redazione di Ambienteinforma, notiziario del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, e del sito web SNPA; fa parte del Comitato editoriale della rivista bimestrale Ecoscienza.
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