Quello della Letteratura per ragazzi è un territorio estremamente insidioso. Ogni volta che ci inoltriamo in esso, sicuri di poterlo controllare attraverso una definizione esauriente e inattaccabile, finiamo col restare delusi nella nostra aspettativa. Non solo, infatti, i suoi confini appaiono mobili come le dune del deserto, ma anche le caratteristiche di chi lo abita – uomo, animale, pianta o minerale – appaiono sfuggenti. Ad esempio, trascurando le raccolte di favole e di fiabe e limitandoci al genere romanzesco, siamo soliti considerare autori per ragazzi Lewis Carroll, Frank Baum, Michael Ende, Rudiard Kipling, Jules Verne, Emilio Salgari, Carlo Collodi, Edmondo De Amicis, Vamba, Mark Twain. Ciò, però, appare legittimo unicamente se di proposito si trascura – si azzera – ogni criterio distintivo legato allo scopo perseguito dall’autore o all’orizzonte di attesa del lettore.
Intendo dire che ci sono opere pensate appositamente per i ragazzi, opere che i ragazzi hanno sentito e fatto proprie nel corso del tempo, sebbene non a loro avesse pensato in prima battuta chi le ha scritte, opere, da ultimo, che sono state concepite per i ragazzi non meno che per gli adulti. Credo che quanto detto si adatti alla perfezione per “Tre strani pellegrini in viaggio per la Via Francigena nel territorio di Siena” di Raffaele Moretti, impreziosito dalle bellissime illustrazioni di Elena P. Infatti, nonostante la scrittura chiara, la sintassi piana, l’atmosfera fiabesca, la complicità costantemente (e con garbo) ricercata col lettore, la voce narrante sempre molto attenta a rassicurare e a istruire i tre protagonisti della vicenda, questo delizioso “libellus” risulta godibilissimo anche per i più grandi, che vi possono ritrovare un’aria dolcemente familiare, dal momento che pagina dopo pagina a scorrere sotto i loro occhi sono le torri di San Gimignano, la Fonte delle Fate, la chiesa di Abbadia Isola, lo spedale del Santa Maria della Scala, la Gora di Monteroni, San Quirico d’Orcia, colti sia nel loro aspetto attuale sia, attraverso rapidissimi scorci diacronici, nella loro “facies” antica.
La pagina che segue è dedicata all’arrivo dei tre pellegrini (un orsetto, una papera, un cane) a Bagno Vignoni.
“Eccoci arrivati a Bagno Vignoni, l’avete riconosciuto? Non c’è niente di meglio di un bel bagno caldo all’ora del tramonto, per rilassarsi. Sapete che questo era un luogo termale frequentatissimo? Dicono che ci venisse anche Santa Caterina, immergendosi apposta nelle pozze dove l’acqua è più calda, anzi, proprio bollente. L’Orsetto ha scelto il tiepido vascone in piazza e, mentre la Paperina si esibisce in qualche bracciata (o zampata, o forse è meglio dire alata) a dorso sotto l’attenta sorveglianza del Piccolo Bianco, riflette attentamente sul da farsi: vado col tuffo a bomba? Anche perché il triplo carpiato non me lo ricordo troppo bene in realtà. Ora però asciugatevi ragazzi, la sera è vicina, stiamo attenti a non prendere freddo”.
a cura di Francesco Ricci
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