Referendum su lavoro e cittadinanza: a Siena in quattrocento al corteo che apre la campagna elettorale

Un “serpentone” di 400 persone ha attraversato le vie del centro stamani, aprendo la campagna del comitato provinciale per i cinque sì ai referendum su lavoro e cittadinanza previsti per il prossimo 8 e 9 giugno.

“Occorre restituire al lavoro il ruolo che l’articolo 1 della Costituzione gli attribuisce: quello di essere la spina dorsale della democrazia nel nostro Paese. Ma per esserlo davvero, il lavoro deve essere sicuro, tutelato e dignitoso – ha detto il segretario della Cgil di Siena Alice D’Ercole -. È questo il senso dei quattro referendum promossi: quattro quesiti riguardano il lavoro, uno la cittadinanza. Il quesito sulla cittadinanza afferma un principio semplice: chi vive, lavora e paga le tasse da almeno cinque anni ha diritto a essere riconosciuto come cittadino, con tutti i diritti civili e sociali, soprattutto in un Paese dove molti non pagano le tasse ma godono comunque di pieni diritti”.

“I quattro quesiti sul lavoro – ha ricordato- riguardano: Il diritto alla reintegra: se un giudice stabilisce che un licenziamento è stato ingiusto, il lavoratore deve poter tornare al suo posto; Il diritto al lavoro stabile: non si può assumere a tempo determinato senza una motivazione valida. Il contratto a tempo indeterminato deve tornare a essere la norma, perché solo così si garantisce dignità;  La sicurezza sul lavoro: oggi, nella catena infinita di subappalti che caratterizza il nostro sistema produttivo, è fondamentale che l’azienda appaltante sia responsabile di ciò che accade. Non può lavarsene le mani. Deve garantire la sicurezza lungo tutta la filiera; La responsabilità negli appalti: se questa norma, così come la proponiamo, fosse già stata in vigore, tragedie come quella avvenuta in via Mariti probabilmente non sarebbero accadute”.

Il comitato è composto da Cgil, Arci, Anpi, Centro culturale Mara Meoni, Cdc, Semi di pace, Libera, Sunia, PD, Rifondazione Comunista, Refugees welcome Italia, SiSolidal, Arcigay, Archivio Udi, Link, Auser, Sinistra Italiana-Avs. Alla testa del corteo, che ha aperto la campagna elettorale referendaria, la Zastava Orkestar.

“Sono qui a Siena, ma ho notizie da altre province dove la mobilitazione è in corso: in alcune si svolge nel pomeriggio – le parole del segretario regionale del sindacato Rossano Rossi-, in altre già dalla mattina, e ovunque sta andando bene. La gente mostra interesse, percepisce che si tratta di un’occasione importante per reagire a un contesto segnato da guerre, violenze, ingiustizie, povertà, miseria e precarietà. Molti comprendono che questo referendum va oltre i singoli quesiti: rappresenta la possibilità concreta di invertire la rotta, di dare un segnale forte contro questa deriva che ci allontana dai principi costituzionali, orientandoci verso soluzioni violente e ingiuste”.

“Per noi – prosegue- è fondamentale spiegare l’importanza di andare a votare l’8 e il 9 giugno. Quel voto sarà una scelta personale, non delegata a partiti o sindacati. Si tratterà di decidere, ad esempio, se è giusto che un lavoratore o una lavoratrice possa essere licenziato pur non avendo commesso nulla — e domani potrebbe toccare a un nostro figlio o una nostra figlia. Oppure se è accettabile continuare a lavorare in condizioni di insicurezza, mettendo a rischio la propria vita, come purtroppo accade ogni giorno da decenni.È un’occasione che non va persa. Credo che ogni persona debba andare a votare, per poter dire il giorno dopo, guardandosi allo specchio: “Io qualcosa l’ho fatto, anche per mio figlio e per i miei nipoti.” Chi non partecipa, rinuncia a questa possibilità”.

MC

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