All’inizio del 1944 i partigiani garibaldini operanti tra Siena e Grosseto avevano organizzato un campo di addestramento per renitenti alla leva nella zona di Monticiano.
Nel marzo di qull’ anno, dopo un fallito attentato ad un gerarca di Grosseto, repubblichini e tedeschi lancianrono un vasto rastrellamento nella zona. L’11 marzo circondarono l’accampamento partigiano. Nello scontro a fuoco rimase ucciso il partigiano Giovanni Bovini. Un francese, Robert Houdin, rimase gravemente ferito e morì pochi giorni dopo in ospedale a Siena. Le 19 giovani reclute, prive ancora delle armi e dell’addestramento necessario, si arresero. Uno di loro si aggregò ai fascisti, altri 8 furono portati via e 10 vennero condotti al cimitero in frazione Scalvaia e lì fucilati.
Le vittime furono:
Alizzardo Avi, 20 anni
Alvaro Avi, 22 anni
Cesare Borri, 22 anni
Solimano Boschi, 20 anni
Armando Fabbri, 19 anni
Ezio Filippini, 21 anni
Azelio Pieri, 21 anni
Lilioso Antonucci, 21 anni
Aldo Mari, 22 anni
Faustino Masi, 22 anni
Sui loro corpi fu lasciato un cartello con su scritto: “Nel luogo in cui un nostro milite ha trovato la morte per mano dei ribelli, questi traditori sono stati raggiunti dalla giustizia. La giustizia arriva sempre per uno a dieci”.
Degli altri 7, tutti processati davanti al tribunale speciale, 3 furono condannati a 24 anni di carcere, e 4 vennero giustiziati nella caserma La Marmora di Siena il 13 marzo. Erano Renato Bindi, Adorno Borgianni, Tommaso Masi, Primo Simi.
Domenica 10 marzo alle 10.30 l’Anpi di Siena ricorderà i quattro partigiani fucilati alla caserma Lamarmora, oggi caserma Bandiniil 13 marzo 1944.