Il periodo della riaperture è alle porte e con esso anche l’arrivo dell’estate. Ristoratori, bar, operatori dei teatri, musei, cinema, palestre e molte altre imprese scalpitano nell’attesa di poter rivedere una riapertura delle proprie attività nella speranza di poter avere una, seppur piccola, ripresa economica. La volontà non manca, né di lavorare né di sfruttare l’estate per passare qualche giorno di vacanza. Mancano però alcune servizi ormai diventati essenziali, accentuati con il Covid-19, come per esempio una rete internet adeguata, ideale per chi si vuole rilassare negli agriturismo magari continuando a lavorare in smart working. Parliamo di una popolazione considerevole, tanto da non fare a meno che prenderla in considerazione e assecondare le loro richieste. In tutto il mondo sta nascendo un vero e proprio modo di lavorare e altrettanti luoghi incentevoli pronti ad ospitare i professionisti che vogliano farlo. Ma il problema della digitalizzazione è tangibile soprattutto nelle aree più marginali o disagiate, lontane dalle città.
“Un problema che esiste da anni, purtroppo – spiega Simone Solfanelli, direttore di Coldiretti Siena -. Questa sarà un’estate molto diversa dagli anni passati, abbiamo registrato diverse richieste da parte degli avventori, così come molti si sono rivolti per chiedere informazioni su come passare le vacanze a Siena. Richieste ci sono state, verso alcune delle strutture agrituristiche a noi associate, anche per la possibilità di accogliere professionisti in smart working. Il problema che è emerso, in tal senso, è legato soprattutto alla mancanza della fibra. Il processo di digitalizzazione, in alcune zone, non è iniziato e non permette scelte di questo tipo. La non efficienza di una rete internet, della fibra per intendersi, ha comportato diverse disdette da parte degli avventori che cercavano soluzioni per lavorare in posti esclusivi ma che, senza una connessione adeguata, non si muovono dalle proprie case”.
Secondo i dati riportati dal Sole 24Ore il 35% degli intervistati ha messo la connessione Wi-Fi all’interno della lista delle cose essenziali da trovare in una struttura ricettiva. Ciò vuol dire che su 100 turisti italiani, 35 non si muovono senza una connessione internet, una bella fetta di popolazione che non possiamo evitare.
Ma se da un lato c’è entusiasmo verso un ritorno a una quasi normalità, dall’altro c’è il timore di non vedere una stagione turistica alle stelle. Questo periodo di incertezza non ha certamente giovato ai migliaia di turisti che, non sapendo che cosa sarà dell’estate, ritardano a prenotare le vacanze. Una situazione che rischia di creare un ulteriore disagio, soprattutto per quanto riguarda le città d’arte, come Siena. A dare il primo scossone ci ha pensato il governo con l’idea delle isole Covid free, un progetto che non è certamente piaciuto a tutte le grandi città che fanno della storie e della cultura la propria attrattiva principale.
“Troppo presto per parlare di numeri – continua il direttore di Coldiretti – però possiamo parlare di trend. Purtroppo moltissime persone, nei periodo di maggio e di giugno, hanno disdetto diverse prenotazioni negli agriturismo senesi. La paura di trovare musei, ristoranti e bar chiusi è troppa, tanto da intimorire gli avventori. L’incertezza sta pesando tanto sul settore turistico e l’Italia è visto come paese non sicuro per i paesi esteri. Adesso riponiamo le nostre speranze su luglio e agosto, certi che non saranno due mesi a far riprendere l’economia per gli agriturismi. Per quanto riguarda gli ultimi mesi della bella stagione, vale a dire settembre e anche ottobre, per il momento non abbiamo nessuna prenotazione, solo informazioni”.
Un’estate difficile, almeno per le città come Siena, che senza una sicurezza sulle riapertura e un programma dell’estate non riescono ad attrarre turisti. Un turismo prevalentemente italiano, non vedremo aerei volare ma forse tante macchine.
“Il fatturato degli agriturismo – conclude Solfanelli – rischia di bissare i numeri dello scorso anno. Lavorare su luglio e agosto significa non arrivare a toccare il 50 per cento del fatturato. Se pensiamo che, solitamente, il periodo di lavoro inizia da Pasqua fino a ottobre con qualche picco intorno al periodo natalizio, si prospetta un anno difficile”.
Ma se da un lato le città d’arte vengono svuotate c’è chi si sta per preparare a una vacanza di ‘fuoco’. Come nel caso delle località balneari che verranno sommerse da turismo tutto italiano. In Maremma, per esempio, città come Castiglione della Pescaia, Marina di Grosseto, Follonica, ma anche Orbetello e Monte Argentario, stanno registrando una grande quantità di affitti. Stesso dato per quanta riguarda le isole dell’arcipelago toscano, come Isola d’Elba e Giglio. Un segnale incoraggiante per le spiagge d’Italia che si preparano ad accogliere i loro clienti. Secondo le stime riportare dal Sole 24 Ore circa l’11 per cento degli italiani hanno prenotato una vacanza in località di mare, un numero rappresentativo che continua a salire. Troppo presto però per parlare di ciò che sarà, in ogni caso città come Siena, Firenze, Pisa, Venezia e molte altre si stanno preparando per affrontare una stagione turistica al meglio, mancano solo le riaperture.
Niccolò Bacarelli
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