“Riciclaggio internazionale e corruzione? Io sono per il principio di non colpevolezza, in primis per la mia professione. Quando le polveri si abbasseranno e avremo in mano la documentazione relativa su fatti, riusciremo a comprendere la portata di questa indagine”.
Così il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, commenta a caldo la notizia dell’inchiesta coordinata dalla Guardia di Finanza(link qui) che stamani ha dato esecuzione alle misure cautelari emesse dal Tribunale di Siena su richiesta del Pm Siro De Flammineis. Dodici gli indagati, 14 i milioni sequestrati. E c’è anche l’imprenditore kazako Igor Bidilo, il re del petrolio che in pochi anni ha acquistato numerosi bar e ristoranti in Piazza del Campo a Siena tra i 12 indagati nell’ambito dell’operazione ‘Hidden Partner’.
Il sindaco non va oltre, anche perché è stato nominato difensore di uno degli indagati.
Cinque misure, fra coercitive e interdittive, nei confronti di altrettanti soggetti e il contestuale sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità liquide, beni mobili ed immobili per un valore di circa 14 milioni di euro. Ai 12 indagati vengono contestati a vario titolo i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio.
La complessa ed articolata operazione di polizia economico-finanziaria ha avuto origine dal monitoraggio degli investimenti provenienti dall’estero, soprattutto nel settore della ristorazione, dei bar e nel settore immobiliare ma non solo, in special modo nel capoluogo cittadino ma anche in Firenze, Roma e Milano, ad opera del un cittadino straniero il quale da anni aveva individuato, anche nella Provincia di Siena, il luogo ideale per investire parte dei cospicui flussi di denaro generati dalla filiera del petrolio proveniente dalla Russia.
I preliminari accertamenti esperiti infatti, corroborati anche da evidenze documentali di natura bancaria, hanno fatto emergere l’interesse dell’imprenditore all’acquisizione, fra le altre, di numerose società attive nel settore della ristorazione con esercizi commerciali presenti nelle più note piazze del centro storico di Siena e da ultimo di Firenze e Milano. Nel dettaglio sono state attenzionate dagli investigatori due prime linee di finanziamento anomale (per oltre 11 milioni di euro) veicolate attraverso conti correnti stranieri verso una holding nazionale all’epoca dei fatti con sede a Siena.
Le risultanze così ottenute hanno consentito di poter avviare mirate attività investigative, le quali sono state indirizzate alla ricerca dell’origine dei rilevanti fondi investiti, tramite la società holding senese, sul territorio provinciale di Siena, Firenze e Milano. Tra gli indagati, per corruzione, alti funzionari pubblici destinatari rispettivamente della misura del divieto di dimora e della sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni e un un agente in servizio presso il Comando della polizia municipale di Siena. Per tale condotta l’agente è stato destinatario di un provvedimento di sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni.
Katiuscia Vaselli
“La notizia del disimpegno di Beko Europe dal sito produttivo di Siena, purtroppo, non sorprende:…
Sul Monte Amiata ieri è comparsa la prima neve. Una spolverata leggera, quasi a ricordarci che…
“Quello che sto per ricoprire è un incarico di grande prestigio e responsabilità. Sono orgoglioso…
"Non accadeva da cinque anni. Quest'anno avremo 4mila immatricolati", dice il rettore dell'Università di Siena…
Si apre il bando da 1,6 milioni di euro per sostenere l’aggiornamento ed il potenziamento…
"Per la Toscana sarà la battaglia del lavoro", assicura Eugenio Giani ai dipendenti dello stabilimento…