Assessore Stefania Saccardi, all’indomani del confronto con il ministro della salute Lorenzin sull’emergenza meningite, la vaccinazione sarà gratuita per tutti i cittadini dell’Asl Toscana Centro (province di Firenze, Pistoia e Prato), nonché il pagamento di un ticket ridotto, sempre senza limiti di età , per il resto della regione. Quali le modalità ed eventualmente le successive modifiche se sarà necessario, cioè se l’emergenza dovesse scattare anche nel resto della Regione?
“Quella che la Toscana sta vivendo da circa un anno è, non direi proprio un’emergenza, ma comunque una situazione straordinaria, alla quale come Regione ci siamo impegnati a far fronte con misure, appunto, straordinarie. Come la decisione, appena varata dalla giunta, di estendere la vaccinazione gratuita a tutta la popolazione della Asl Toscana centro (le province di Firenze, Prato e Pistoia), che è quella più colpita, e ridurre il ticket per gli over 45 che risiedono nelle altre due Asl, Toscana nord ovest e sud est. Ci auguriamo che non si verifichino altri casi di meningite C, né nella Asl Toscana centro né nel resto della regione. Ma se dovesse accadere, saremo in grado di adottare tutte le misure opportune e necessarie, come abbiamo fatto finora”.
La vaccinazione per consiglieri regionali/assessori/amministratori è stata diffusa con foto e comunicati. Eppure dalla provincia di Siena arrivano diverse segnalazioni su lunghe liste di attesa, lunghissime. Non crede ci sia bisogno di dare risposte a tutti ed evitare le solite strumentalizzazioni che da tutte le parti politiche arrivano anche sul tema meningite?
“Le liste di attesa per la vaccinazione erano lunghe perché le richieste da parte dei cittadini hanno avuto un andamento irregolare, legato al verificarsi dei nuovi casi. Nei periodi in cui non si sono verificati casi di meningite, erano poche le persone che chiedevano di vaccinarsi. Non appena si verificava un caso, l’allarme saliva e le richieste di vaccinazione avevano un’impennata. Ora comunque la situazione va verso una normalizzazione. In questa settimana stanno arrivando in Toscana 350.000 dosi di vaccino, che via via vengono distribuite alle Asl nelle quantità richieste, e i tempi di attesa si sono già ridotti molto. Chiunque lo vorrà potrà vaccinarsi, negli ambulatori della Asl, o dal proprio medico curante, se è tra quelli che aderiscono alla campagna vaccinale: adesione che peraltro è stata chiesta a tutti i medici di famiglia”.
Dalla meningite al sangue infetto: la Corte di Strasburgo ha riconosciuto ai pazienti che hanno contratto epatite e Hiv per trasfusioni di sangue, il diritto all’indennizzo amministrativo: 20 milioni di euro che l’Italia dovrà pagare ai malati causati dalla malasanità . Qualcuno anche in Toscana. Come vi state muovendo?
“La Sentenza della Corte Europea dei diritti umani (Corte di Strasburgo) è rivolta allo Stato Italiano per la lunghezza dei processi civili per ottenere il risarcimento del danno biologico subìto a seguito di trasfusione di sangue infetto.
La Regione Toscana in materia di indennizzo ex legge 210/92, svolge esclusivamente le funzioni amministrative, trasferite dallo Stato alle regioni con DLGS 112/98. L’articolo 123 del decreto in questione stabilisce: ‘che sono conservate allo Stato le funzioni in materia di ricorsi per la corresponsione degli indennizzi a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazione obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati’. Fatte queste premesse, la Regione Toscana provvede regolarmente, tramite le Aziende Sanitarie, al pagamento dei ratei mensili in favore dei propri indennizzati. Inoltre gli uffici dell’assessorato, in ottemperanza a quando stabilito dal MEF con DM 27 maggio 2015, stanno procedendo alla messa a punto degli atti amministrativi finalizzati alla corresponsione degli arretrati della rivalutazione dell’indennità integrativa speciale sull’indennizzo previsto dalla legge 210/92”.
Un quadro su Siena: l’eccellenza della sanità nazionale (e internazionale) a livello pubblico sta facendo acqua da tutte le parti. Il policlinico delle Scotte perde pezzi sia a livello professionale che strutturale. La città e la sua provincia affrontano un nuovo crac, che graverà molto sul territorio. La Regione pensa di intervenire in qualche modo, soprattutto dopo che la Asl è stata spostata ad Arezzo?Â
“L’Azienda ospedaliero-universitaria senese certo ‘non perde pezzi’ nelle attività di sua competenza, sia per qualità che per complessità ; ad oggi, la valutazione delle attività ospedaliere effettuate nel corso del 2015, ne conferma l’eccellenza a livello regionale, registrando un indice di case mix (l’unità di misura della complessità ), sia in area chirurgica che in area medica, superiore alla media regionale; la sua casistica chirurgica – l’AOU senese è sede delle funzioni ospedaliere regionali, cosiddette di alta specialità – risulta di maggior complessità , anche nel confronto con le altre aziende ospedaliero-universitarie. La reputazione di cui gode a livello nazionale è confermata dal suo Indice di attrazione per gli utenti extra regione Toscana, che risulta più elevata, e più interdisciplinare, delle altre aziende ospedaliere (16.8, rispetto a 16.5 di Pisa e 7.6 di Careggi). La Aou senese assolve inoltre la funzione di presidio ospedaliero di riferimento per la zona senese, con un indice di copertura per i residenti della zona senese di circa l’80% per problematiche di natura medica e di circa l’83% per problematiche in area chirurgica. La volontà regionale di promuovere e supportare con continuità l’Azienda senese come Polo ospedaliero, tecnologico e scientifico, di riferimento in Area vasta e regionale è concretamente documentabile con gli investimenti e interventi già programmati dalla giunta regionale e, per la maggior parte, in conclusione nel corso dell’anno: nell’area oncologica, tecnologie diagnostiche, quali la Pet/Tc e acceleratori lineari di ultima generazione, come la Tomotherapy, integreranno un patrimonio di competenze scientifiche di livello internazionale; nell’area chirurgica è in atto un investimento ingente, che mira alla costruzione di una nuova piattaforma centralizzata chirurgica con 10 sale operatorie. Comunque se noi vedessimo il sistema sanitario come lo abbiamo visto sino al 31 dicembre, potrei preoccuparmi come lei: in effetti con la finitezza di risorse attuali, tenere in piedi 12 realtà territoriali e 4 aziende ospedaliere, con programmi di sviluppo e progettualità separate o comunque non molto integrate, è stato sicuramente difficile, non solo da realizzare, ma soprattutto da garantire nel tempo. Queste sono le criticità da cui è nata la nuova legge di riforma sanitaria, nella quale le aziende ospedaliere non perdono pezzi l’una verso l’altra, ma creano una rete clinica che individua su scala regionale riferimenti precisi per i cittadini, con tempi certi e professionalità esperte. E nella stessa legge vengono individuate le nuove zone sociosanitarie, pietra angolare del sistema, luogo di riferimento per una prima risposta al bisogno di salute, nella quale ancor più strette saranno le relazioni fra medici di famiglia e specialisti, fra servizi territoriali e servizi ospedalieri, fra operatori sanitari e sociali, per seguire le persone in continuità e senza perderle di vista, in ogni fase del loro percorso di cura. Aggiungo infine che le sedi legali delle Aziende Sanitarie saranno collocate in tre numeri civici, ma questo non toccherà la rete capillare dei servizi e dei punti di riferimento sia per i cittadini che per gli operatori del sistema sanitario toscano, in nessuna provincia e quindi neppure in terra senese”.
Katiuscia Vaselli