L’ex-ospedale, palazzo pubblico e Duomo di Siena: per il presidente della Fondazione Santa Maria della Scala Cristiano Leone questa ‘triade’, così l’ha chiamata, fatta di arte e cultura, deve muoversi come un corpo unico.
Deve essere esserci un’unione di intenti, secondo Leone, che si immagina dunque un ritorno al vecchio sistema della bigliettazione unica Cattedrale-Santa Maria.
“L’idea è quella di lavorare tutti insieme, in modo congiunto. E credo che quello della bigliettazione unica sia un fattore fondamentale anche per rendere giustizia ad una città come Siena – le sue parole – . Su questo elemento non possiamo nasconderci. Dobbiamo lavorare insieme in modo che i turisti possano comprendere il rapporto costante che intercorre tra i vari luoghi da visitare”.
Considerazioni che escono dopo che il presidente del complesso museale ha incontrato la commissione cultura del Comune. La programmazione delle iniziative e la stesura dello statuto sono stati i punti all’ordine del giorno della seduta.
Sul primo argomento si è parlato del festival di arti performative Xenos, che vedrà sulla scena, come ha spiegato Leone ai commissari, i grandi nomi della danza nazionale.
Capitolo statuto: si attendono novità dal Ministero della Cultura, anche se il passaggio di consegne tra Gennaro Sangiuliano e Alessandro Giuli ha dilatato i tempi. Ma resta viva l’ipotesi che lo stesso Ministero diventi socio della Fondazione.
Al palo invece l’interlocuzione con Regione Toscana, con i vertici del Santa Maria che da tempo chiedono un incontro a Giani.
Per fare programmazione però il problema più grande è la mancanza di fondi. Leone lo ha ammesso durante alla seduta: “Gli immensi sforzi” da 350mila euro all’anno “dell’amministrazione non sono sufficienti”. E rischiano di non bastare anche i 128mila euro ottenuti dai bandi a cui il Santa Maria ha partecipato.
“Abbiamo delle criticità che sono legate ai fondi di finanziamento. E credo che tutti i fondi siano necessari per ripensare la museografia – continua- e renderla appetibile a tutti i pubblici. E nello stesso tempo servono risorse per gestire diciottomila metri quadri che andranno anche restaurati. Perché sennò ci possono essere dei rischi per un patrimonio che invece difendiamo strenuamente”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi
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