La burocrazia è riuscita a sciupare un regalo prima ancora che fosse donato. Accade all’azienda ospedaliera senese.
La storia è semplice, come semplice è il racconto di Edoardo Bonomo, un giovane padre di famiglia, nato e residente a Siena, di professione poliziotto che nell’avvicinarsi del Natale scorso aveva pensato di fare una donazione alla pediatria.
“Ho insegnato ai miei figli di 7 e 11 anni che bisogna pensare anche a chi non sta bene e ha bisogno di un aiuto”. Così inizia il racconto del donatore. “E’ giusto che i ragazzi fin da piccoli imparino questo. Così abbiamo iniziato a pensare tutti insieme, in famiglia, a cosa fare e ci è venuta in mente la pediatria. Abbiamo telefonato in direzione e alla nostra domanda di cosa avessero bisogno ci è stato risposto che avevano necessità di un termometro per le culle dei bambini nati prematuri. A fronte di questo ci siamo subito messi alla ricerca. Si tratta di uno strumento molto costoso. Eppure, a volte la generosità viene ripagata con altrettanta generosità. Infatti qualche giorno dopo ho comprato un Gratta e Vinci e ho vinto: non erano molti soldi, ma era comunque un inizio per poter comprare quanto necessitava alla nostra pediatria. I miei ragazzi non ci hanno pensato due volte quando abbiamo detto loro che i soldi vinti non bastavano. Hanno preso i loro salvadanai, li hanno aperti e ci hanno detto: prendete anche questi vediamo se arriviamo alla cifra chiesta. Ebbene sì, con i loro piccoli risparmi siamo riusciti a comprare il costoso termometro. Eravamo davvero tutti contenti. A questo punto ho telefonato dicendo che avevo una donazione da fare. Mancavano pochi giorni a Natale”.
E il racconto di Bonomo prosegue: “Ho prodotto i documenti richiesti dall’azienda ospedaliera, ma ad oggi il termometro è sempre a casa mia. Insomma non siamo ancora riusciti a fare il regalo perché pare che sia cambiata la procedura prevista per queste donazioni da parte dei privati. Mi sembra incredibile”.
Ebbene, dopo questo racconto come era giusto che fosse abbiamo interpellato l’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera universitaria senese che prima dell’ora di pranzo aveva risposto: ” da verifiche effettuate non risultano criticità sulla procedura sulla donazione e la procedura non è ferma. La donazione di strumentazione sanitaria richiede tempi tecnici necessari per l’acquisizione di pareri tecnici del bene donato e la conformità alle norme vigenti. Appena la procedura sarà terminata ne daremo notizia con i dovuti ringraziamenti alla famiglia”. Questa la risposta arrivata alle 11,53 di oggi.
Strano davvero, strano che nel pomeriggio sia giunta una telefonata al giovane padre di famiglia da parte della direzione in cui lo si invitava per il prossimo lunedì per fare la sua donazione. Una strana coincidenza. In un attimo sparita la burocrazia e i tempi tecnici. Meglio così, tutto è bene quel che finisce bene.
Cecilia Marzotti