Il rischio è che la demagogia prevalga sulla realtà , la burocrazia sui bisogni delle persone e i proclami sui fatti.
Sì: la deriva è questa e il nostro Stato la sta cavalcando (incosciamente?) in maniera sempre più netta e decisa.
Un mondo fatto di carta bollata e proclami cui non consegue un’azione reale nei confronti delle persone: prendiamo i due esempi della cassa integrazione e dei finanziamenti garantiti da Sace.
La prima per molti è un’utopia (il Presidente del consiglio – non uno qualunque- l’aveva data per certa il 4 di maggio) mentre la seconda – udite udite – non funziona per la banche, che non sono garantite, se non esiste merito creditizio: come dire che se non superi i parametri previsti per l’affidamento non prendi niente.
Quindi un proclama, niente di nuovo: i soldi vanno, di norma , a chi non ne ha bisogno mentre le attività in sofferenza vengono lasciate languire ed in mano al malaffare.
Pochezza di un governo e di tutta una classe politica che si occupa di tutelare improbabili minoranze ma non si occupa della maggior parte dei cittadini e delle famiglie, lasciandoli all’abbandono: pochezza che viene traslata anche sul lato operativo.
Un esempio valga su tutti: la riapertura delle discoteche con l’obbligo del distanziamento personale in pista e nelle aree adibite a bar e servizi….
Viene il dubbio che tale normativa sia stata partorita da chi non è mai stato in uno di quei locali ovvero che si tratti di una sonora presa per i fondelli per gli esercenti che, di fatto, possono riaprire ma in concreto non possono garantire il rispetto di quanto statuito dai governanti.
In pratica si dice che “puoi” ma in realtà non “devi”.
Temo che tutto questo possa essere oggetto di grandi e future tensioni sociali.
Perché gli Italiani sono disincantati, un po’ apatici, spesso menefreghisti ma non stupidi.
Viva il tricolore.
Luigi Borri