Se – come cantava Rino Gaetano – può nascere un fiore in ogni giardino, la frase diventa più potente quando il giardino è la piccola area verde all’interno dell’imponente struttura del carcere di Ranza, San Gimignano.
E’ qui che, grazie all’idea iniziale del medico urologo che effettua le visite ai detenuti, si è pensato di proporre un progetto utile alla salute maschile over 60, progetto presto sposato da Estra con AzzeroCO₂, Legambiente e la Società Italiana di Fitoterapia che unisce l’utile all’ancor più utile: oltre ad aiutare nel mantenimento di una prostata più sana, i prodotti fitoterapici frutto del lavoro dei detenuti di Ranza stanno dando vita a un giardino officinale e a un frutteto: un percorso che unisce formazione, ambiente e riscatto personale.
“L’attenzione che riponiamo nelle nostre comunità si concretizza anche nel valore che condividiamo attraverso questi interventi. Un progetto molto importante, che ha un impatto ambientale e di riqualificazione dei luoghi, ma soprattutto un impatto sulle persone – così Giuseppe Rubechi, responsabile sostenibilità di Estra-. I detenuti lavoreranno alla cura delle piante che abbiamo piantumato, traendone anche benefici fisici grazie a infusi e varie lavorazioni”.
Sono state messe a dimora duecento piante officinali — lavanda, melissa, achillea, origano ed elicriso — e cento arbusti da frutto, selezionati per le loro proprietà benefiche e per il clima della Valdelsa.
“I detenuti acquisiscono competenze spendibili una volta fuori – spiega il direttore della struttura Giuseppe Renna-. Coltivare la terra è per loro un’attività fondamentale: vedere nascere qualcosa dalle proprie mani arricchisce interiormente. Sono attività trattamentali che offrono opportunità utili al cambiamento e strumenti per affrontare il momento più difficile: l’uscita e il ritorno nella società. Il carcere è sempre stato percepito come un luogo brutto; in realtà non dovrebbe esserlo, perché se un luogo è brutto, imbruttisce”.
I detenuti imparano a trasformare queste piante in tisane, oli essenziali e preparazioni naturali. Un’esperienza che dà valore al tempo della pena e costruisce competenze per il futuro.
Il Comune di San Gimignano “non si è mai voltato dall’altra parte: ha sempre sostenuto i progetti messi in campo dalla Casa di Reclusione, nel rispetto del dettato costituzionale – così il sindaco Andrea Marrucci-. Voglio ringraziare Estra, AzzeroCO₂, Legambiente e il Biodistretto di San Gimignano per un’iniziativa che non solo offre alla popolazione detenuta la possibilità di acquisire nuove competenze, ma garantisce anche un impegno quotidiano, fondamentale in un carcere di queste dimensioni e caratteristiche”.
L’iniziativa è parte della campagna “Ortofrutteto solidale diffuso”.
Katiuscia Vaselli