Siena. Baby gang del centro storico: dopo le perquisizioni, la Polizia di Stato di Siena esegue 5 misure cautelari nei confronti dei minori più pericolosi accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti, rapine e altri reati.
Questa mattina all’alba la Polizia di Stato di Siena ha dato esecuzione a 5 misure cautelari emesse nei confronti di altrettanti minori parte di una Baby Gang.
L’indagine, coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze Antonio Sangermano e condotta dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Siena, ha portato all’esecuzione delle misure cautelari, emesse dal GIP dello stesso Tribunale fiorentino, con il “collocamento in comunità” di quattro giovani e la “permanenza domiciliare” di uno di loro.
I poliziotti della Squadra Mobile, con il supporto dei colleghi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, le hanno eseguite nei comuni di Siena, Monteriggioni, Montalcino e Perugia, nei confronti degli indagati, tutti minorenni, ritenuti più pericolosi, in virtù della gravità delle fattispecie criminose loro contestate, anche se più numerosi sono gli indagati.
Nel mese di novembre scorso, gli uomini e le donne della Questura senese avevano effettuato alcune perquisizioni domiciliari a carico di giovani di età compresa fra i 14 ed i 16 anni, accusati di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati, fra i quali furti e rapine.
In quell’occasione erano stati sequestrati dei dispositivi elettronici, come tablet e telefoni cellulari.
Le indagini serrate sono, poi proseguite senza sosta, per mettere fine a quello che era diventato un vero e proprio incubo per alcuni minorenni della città del Palio.
La vicenda della Baby Gang, che dalla fine di maggio alla fine di settembre del 2020 ha imperversato nelle strade del centro storico, aveva, infatti, spaventato a morte i giovani coetanei, spesso vittime di indebite elargizioni di denaro dietro minaccia.
Gli indagati, collocati presso diverse comunità con sedi in varie parti d’Italia, dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati, fra cui due rapine ed un furto, nonché del delitto di lesioni personali aggravate, in occasione del pestaggio di un giovane “senza tetto”.