Ho guardato anche io il lungo servizio che la nuova trasmissione di Alberto Angela ha dedicato a Siena e l’ho fatto con un occhio alla televisione, ed un occhio su Twitter, inseguendo i tantissimi tweet con l’hashtag #Meraviglie, per cercare di capire le reazioni di tanti italiani davanti alle bellissime immagine della nostra città.
La sensazione è stata quella di sempre. Siena resta il “sogno gotico” (secondo la definizione coniata tanti anni fa come titolo per il fortunato libro di Mauro Civai ed Enrico Toti) di tantissimi italiani e stranieri, tanti dei quali scrivono senza nessuna remora che sarebbero voluti nascere e crescere proprio qua, e non essere soltanto turisti di veloce passaggio o visitatori con magari qualche giorno a disposizione, ma radici piantate comunque altrove. La stessa immagine iniziale del servizio, la città vista dal cielo che sorgeva come un isola da un mare di nebbia è stata – forse involontariamente, forse no – la rappresentazione stessa di questo sogno. Un caro amico pisano, Davide Guadagni, mi ha detto che la sua prima impressione di Siena era stata propri quella di “un’isola ben piantata sulla terra” ed onestamente la definizione mi è sempre piaciuta molto.
Quanto alla trasmissione in se, Alberto Angela conosce bene la ricetta per inchiodare oltre 5 milioni e mezzo di italiani (questo il dato della puntata) davanti alla televisione in prima serata con un programma di qualità: immagini bellissime e con prospettive anche mai viste, un racconto lineare e senza scosse che possa essere seguito da tutti, le “storie di vita” per dare vita ai personaggi dei quadri, le grafiche sugli affreschi per far scattare il momento di attenzione, la scenetta della multa a Cecco Angiolieri come se fosse un film di Pieraccioni, il volto di Gianna Nannini (tanto straordinaria quando canta, altrettanto banale quando viene intervistata) a catturare l’attenzione di chi segue la musica più che la cultura e l’arte, un tono sempre sul confine della retorica sulla bellezza dell’Italia, senza però mai andare oltre il giusto limite.
Le reazioni su Twitter seguivano passo passo la narrazione di Angela, incantati dalle immagini della città, dalla maestosità del Duomo, sorpresi dalla visita all’Archivio di Stato, ma sempre inseguendo il loro “sogno gotico” – che è anche il nostro – di una città che, come scrisse tanto bene Giorgio Bocca, non sa e non vuole liberarsi dalla nostalgia di una grandezza irripetibile.
Roberto Guiggiani