I cittadini senesi che nella primavera 2018 saranno chiamati al voto per le elezioni comunali avranno un compito particolare. Non potranno limitarsi soltanto ad eleggere i consiglieri comunali e – ad un prevedibile ballottaggio – scegliere il sindaco per i cinque anni a venire. No, sarebbe troppo semplice. Dovranno invece decidere, con la sovranità che la democrazia li assegna, se Franco Ceccuzzi e Pierluigi Piccini sono gli highlander immortali della politica senese, con i quali fare i conti ancora per due decenni, o sono invece degli zombie, dei morti viventi a cui soltanto il “teatrino” della politica dà l’impressione di essere ancora in campo.
La questione è fondamentale. Piccini ha annunciato la sua candidatura a sindaco, ma – leggendo l’intervista – non mi sembra ancora così convinto di farlo davvero. Potrebbe essere anche una mossa interlocutoria. In ogni caso, la loro presenza ed il loro potere effettivo in città saranno due elementi centrali della sfida politica ed amministrativa del prossimo anno.
Franco Ceccuzzi è tornato alla ribalta con la campagna per il SI al referendum del 4 dicembre (non fu certo casuale la sua presenza, da ospite d’onore di Fratelli d’Italia ad un dibattito con Ignazio La Russa) ed ha giustamente rivendicato il ruolo di dire la sua opinione – anche con un blog molto ben fatto e molto letto – dopo il passo indietro del 2013 per una vicenda giudiziaria, quella del Pastificio Amato, che non ha ancora avuto sviluppi.
Pierluigi Piccini è invece sempre stato sulla scena politica, dicendo di voler far crescere con lui una nuova classe dirigente, più competente e capace di visione della città di quella attuale.
I due sono politici veri, forgiati in anni durissimi di scontri, con esperienza e competenza che va riconosciuta, al di là della simpatia o dell’antipatia. E non saranno certo i post sui social o i commenti degli addetti ai lavori a determinare il loro futuro. Soltanto i cittadini senesi potranno decidere se assegnare un futuro da immortali, appunto – votando ancora per loro e per i candidati che ne sono diretta espressione – oppure relegarli nel mondo degli zombie, dei morti viventi , scegliendo nelle urne nuovi interlocutori, sia nel Pd, sia nelle forze di opposizione.
Il punto decisivo delle elezioni 2018 è proprio questo: il nuovo sindaco sarà libero dai loro condizionamenti, o dovrà comunque rispondere a uno dei due?
E qui il romanzo di appendice su “Siena e la politica” finisce, perché la storia è ormai arrivata al confine con l’attualità. Se voglio proseguire, dovrò quindi riuscire a trovare un’altra chiave di narrazione.
Ma adesso è tempo di Palio.
Roberto Guiggiani
(12 – fine)