In giro per Siena lo sento dire sempre più spesso: “chiunque vada al ballottaggio contro il Partito Democratico , vincerà le elezioni”.
Questa grande convinzione che il Pd perderà le elezioni comunali di maggio, soprattutto se ricandiderà Bruno Valentini (l’unico che non può difendersi dicendo “io non c’ero”) ha indubbiamente solide basi aritmetiche – facendo la somma delle percentuali – ma molto più fragili fondamenta politiche. Perché io penso che sia tutto da vedere: davvero chi arriverà terzo o quarto avrà la voglia e anche la capacità di riversare i suoi voti sullo sfidante anti-Pd? Siete proprio sicuri?
Lo dimostra la paura, anzi proprio la fifa verde di tanti potenziali candidati sindaci a lanciarsi in campagna elettorale. Il tarlo che li lavora in testa è proprio quello: arrivare terzi. Che significa poi dover scegliere se “andare al mare”, rinunciando a far pesare i voti faticosamente conquistati, o dover invece “ingollare” un candidato che non piace (altrimenti ci avrebbero fatto alleanza al primo turno).
Insomma arrivare piazzati non costringerebbe solo a farsi poi 5 anni di opposizione in consiglio comunale, che abbiamo visto essere noiosissima ed inutile. Ma pure a dover far votare un avversario politico. Due prospettive che stanno inducendo molti ad aspettare per capire meglio cosa succede. Perché si può fare il pieno di voti al primo turno e poi fermarsi lì. Anzi magari vedere poi qualche groviglietto in appoggio segreto al candidato del Pd in cambio di qualche inconfessabile vantaggio personale.
E qui si ritorna alla differenza profonda fra sconfitta aritmetica e sconfitta politica del Pd. Che appare temerario dare per sicura.
Roberto Guiggiani