Esiste a Siena una Chiara Appendino o un Filippo Nogarin capaci di portare il Movimento 5 Stelle al ballottaggio e poi alla conquista di Palazzo pubblico?
E’ questa la domanda che quotidianamente attraversa la testa di tutti i politici senesi e che costantemente emerge – esplicita o solo accennata, preoccupata o piena di speranza – in tutti gli incontri fra coloro che si stanno preparando alle elezioni comunali del 2018.
Il Movimento 5 Stelle di Siena gode di buona salute. E’ molto attivo in consiglio comunale con Michele Pinassi e Mauro Aurigi, è l’unica forza politica capace di realizzare con continuità incontri pubblici e appuntamenti in piazza (vedi i picchetti a sostegno della ricerca della verità sulla morte di David Rossi o sulle vicende del Monte dei Paschi), ma non sembra in questo momento capace di andare oltre quei 3000 voti raccolti alle elezioni regionali 2015, che vogliono dire 15%, terzo posto e altri 5 anni di opposizione.
Né si intravede, da qui ad un anno, un effetto trascinamento a livello nazionale. Quando Virginia Raggi diventò sindaco di Roma, tutti gli analisti furono d’accordo nel dire che se il Movimento 5 Stelle fosse stato capace di governare la capitale, avrebbe conquistato facilmente il governo nazionale e le principali città italiane, ma finora le pagine scure prevalgono sulle pagine chiare e l’onda lunga del successo non c’è stata.
A meno che… A meno che il Movimento 5 Stelle senese non peschi l’asso di briscola di un candidato o una candidata capace di attirare voti anche fuori dal recinto attuale, farlo crescere oltre il 20% e dunque consentirli di affrontare il ballottaggio e magari anche di vincerlo, raccogliendo il voto di tutte le forze contrarie al centrosinistra. Ma chi può essere questo asso di briscola? Potrebbe essere Luca Furiozzi, emerso con un discreto successo personale dalle elezioni regionali e fino ad oggi molto abile ad essere visibile, ma senza esplicitare la sua candidatura a sindaco (anche perché nessuno potrebbe reggere oltre un anno sulla graticola, in attesa delle elezioni). Oppure ci vuole qualcun altro, magari fino ad oggi lontano dalla politica senese. O forse addirittura qualche “senese di ritorno”, che in questi anni sia stato lontano anche fisicamente da Siena e quindi da ogni contaminazione, diretta o indiretta, con il groviglio che ha soffocato le energie migliori di questa città.
Pescare l’asso di briscola – in questo caso – non è solo questione di fortuna.
Roberto Guiggiani
(11 – continua)