Siena e la Tartuca piangono il grande Adù Muzzi

Adù Muzzi è scomparso questa notte, all’età di 88 anni. Una grave perdita per Siena oltre che per la sua Contrada e per il Palio.

Un senese che senza rischiare di essere retorici, ha scritto davvero una pagina di storia senese.  Nella Tartuca aveva ricoperto incarichi – tenente del capitano Giovanni Ginanneschi dal 1966 al 1969 (vittorioso nel 1967), presidente della Società M.S.Castelsenio dal 1970 al 1975 e priore dal 1976 al 1978.

“Una grave perdita per nostra Contrada  non solo per il profilo di dirigente ma anche come punto di riferimento per tutte le generazioni – ricorda il priore della Tartuca, Antonio Carapelli – . Quando pensi alla Tartuca non puoi non pensare ad Adù. Un uomo esuberante che ha voluto davvero tanto bene alla Contrada e l’ha anteposta sempre ai propri interessi anche personali, dando sempre una mano a tutti e a tutte le attività. La Tartuca piange Adù Muzzi consapevole del fatto che la sua personalità non potrà mai essere sostituita e che domani il funerale non potrà essere celebrato come vorremmo a causa del coronavirus ma nei prossimi mesi la Contrada organizzera sicuramente qualcosa per ricordarlo come merita” conclude il priore.

Incarnava con entusiasmo irrefrenabile uno sconfinato amore per la Contrada, la Tartuca e per Siena, la città della sua vita. Quando scompaiono dalla scena persone come Adù Muzzi – che ci ha lasciato ottantottenne questa notte – avverti un colpo al cuore, ricordi una sequenza di incontri, riascolti un fiume di parole. E resti sbalordito, muto. Adù era Adù, poco importano le cariche che ha ricoperto, le date delle responsabilità che ha onorato. Fu Priore e mangino, ma soprattutto uomo di Contrada dalla generosità straordinaria. Schietto sempre, amico inossidabile, Adù non nascondeva né sentimenti né opinioni. Aveva una franchezza popolare che incantava. E un linguaggio che non disdegnava fantasia e bizzarrie, immagini fulminanti e beffarde rime. Negli anni in cui fu Priore (1976-1978) mostrò da protagonista le sue doti più autentiche. Ma l’ufficialità non era fatta per lui. Tenero e burbero, Adù fu un uomo buono, ed è raro poterlo dire così senza aggiungere fronzoli e perdersi in aneddoti. Ne affiorano tanti da poterci scrivere un libro. Uno di quei libri che raccontano leggende antiche e gesta eroiche. Grande Adù, col suo furore e la sua rabbia, con le sue gioie di fanciullo e la sua forza d’animo! Qualità che gli sopravvivono e restano incise nella memoria come beni preziosi. Ha reso lieta, con l’inseparabile Margherita, la sua famiglia e la  famiglia grande della Tartuca. Ha rallegrato tanti momenti dei nostri anni, tante ore del nostro stare insieme conversando di tutto e di niente: fedeli ad una Contrada che oggi è più che mai consapevole di quanto le abbia donato, di quanto – ricambiato – l’abbia amata con  smisurata passione.

Roberto Barzanti